“Al prossimo Consiglio europeo straordinario di Granada, il 6 ottobre, l’Italia deve presentare un piano europeo per la stabilizzazione, lo sviluppo e la prosperità dell’Africa, per citare (il presidente del Consiglio Giorgia) Meloni, un piano Mattei europeo”. Lo ha detto al “Foglio” Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, oggi presidente della Fondazione Med-Or che per conto di Leonardo si occupa del rapporto con i paesi del Mediterraneo allargato, dal Sahel al corno d’Africa. Negli ultimi mesi si è consumata una tempesta perfetta: dai colpi di stato in Niger e Gabon alla guerra in Sudan, dal conflitto tra giunta militare del Mali e tribù Tuareg fino alle crisi umanitarie in Marocco e in Cirenaica, dove l’alluvione ha ucciso oltre 11 mila persone e lasciato nella regione di Derna oltre 45 mila sfollati. “E’ stato importante – spiega Minniti – che due giorni fa Giorgia Meloni, la leader di un grande paese europeo, abbia incentrato sull’Africa il suo ragionamento all’Assemblea generale delle Nazioni unite, ma la possibilità che l’Onu abbia davvero un ruolo nella gestione dei flussi migratori ha un contorno preciso: è l’Europa che deve agire per prima”. L’esecutivo ci sta provando. La premier, Giorgia Meloni, ha portato la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen a Lampedusa: “E’ stata una scelta corretta ma temo che quella visita e i suoi dieci punti non siano sufficienti. L’Italia ha una missione storico-politica che è quella di fare da apripista per un nuovo rapporto tra l’Europa e l’Africa. In questo disordinatissimo mondo multipolare, che dopo l’imperdonabile invasione russa dell’Ucraina fatica a trovare un nuovo ordine, questo è il compito del nostro Paese”.
Secondo Minniti serve subito un fondo da 1,5 miliardi per l’ultima parte del 2023, a cui sommare un adeguato finanziamento per il 2024. “Tutto questo va fatto subito, prima che la campagna elettorale per le europee, che è già cominciata, entri nel vivo rendendo impossibile qualunque decisione”. La Corte di giustizia dell’Unione europea boccia i respingimenti dei migranti francesi alle frontiere con l’Italia, mentre a Catania il presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme al suo omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier rilancia la necessità di dare una risposta europea alla crisi. Mattarella parla di ‘fenomeno epocale, che va governato in Europa con una visione del futuro coraggiosa e nuova’. “Sono parole sagge – commenta l’ex ministro – e vanno nella direzione del ragionamento che stavamo facendo: noi li chiamiamo flussi migratori, ma la verità è che c’è uno squilibrio tra un’Europa in grave recessione demografica e un’Africa che cresce veloce, le migrazioni sono una conseguenza inevitabile che nessun muro (o blocco navale) potrà fermare. Una questione epocale va affrontata con visione e strategia, qualsiasi prospettiva particolare è destinata a soccombere”.
“Un piano europeo per l’Africa – prosegue – è lo strumento intermedio per arrivare al vero obiettivo: un patto per l’immigrazione legale da quel continente all’Europa con tre protagonisti: la Ue, l’Unione africana e l’Onu come garante del rispetto dei diritti umani. All’interno di questa cornice i singoli paesi potranno contrarre con gli stati africani accordi bilaterali per fissare i numeri di migranti da accogliere, per questo in Italia è essenziale superare la Bossi-Fini”. Accanto a questo, conclude Minniti – “si potrà agire con il consenso di quegli stati con operazioni di polizia internazionale per contrastare i trafficanti. Inoltre, gli accordi garantiranno il rimpatrio effettivo di chi arriva irregolarmente”.
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