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Migranti, Meloni: “Passi avanti importanti a livello europeo, senza un lavoro strutturale saremo travolti”

Domani il presidente del Consiglio sarà a Granada per il vertice della Comunità politica europea e il Consiglio Ue informale. Si tratta di un’occasione per dibattere di alcuni dei principali dossier: dai migranti alla politica di allargamento sino alla riforma del blocco comunitario

Roma
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In tema di migrazioni, a livello europeo “mi pare che si siano fatti, in termini di lettura, passi avanti molto importanti”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista a Sky Tg24, in occasione di “Sky 20 anni”. “Quello che tutti capiscono è che è impossibile pensare che questo problema si possa fermare in Italia, intanto perché io non lo consentirò. E poi perché la dimensione di quello che sta accadendo in Africa, in assenza di un lavoro strutturale che si deve fare con l’Africa, travolgerà tutti se noi non immaginiamo soluzioni efficaci”, ha aggiunto.


ll nostro sostegno all’Ucraina “rimane immutato, banalmente perché la decisione che il governo ha preso dall’inizio del suo mandato, e che l’Italia per la verità aveva già preso prima, è una scelta di convinzione, non è una scelta dettata da altri parametri” – ha dichiarato il presidente del Consiglio – “Sugli aiuti siamo sempre stati al fianco dell’Ucraina ed è quello che continueremo a fare compatibilmente con le richieste che arrivano e con la necessità di non sguarnire, non compromettere la nostra sicurezza: ci sta lavorando il ministero della Difesa”, ha aggiunto.

Se vogliamo difendere l’Ucraina con forza dobbiamo anche fare attenzione alle conseguenze. “Cito il tema delle migrazioni, che è conseguenza diretta di una guerra ibrida che si combatte con molti strumenti, compreso lo strumento della fame, del grano, e che torna da noi” – ha continuato Meloni – “Per cui, quando si parla di gestire il fenomeno della migrazione illegale si sta parlando anche di questo. Così come si sa il lavoro che l’Italia ha fatto all’indomani dell’invasione russa in Ucraina per diversificare le sue fonti di approvvigionamento energetico, e abbiamo fatto un ottimo lavoro”, ha aggiunto.

La sentenza di Catania

“Sulle motivazioni della sentenza di Catania, che si occupa di un migrante, fra l’altro già destinatario di un provvedimento di espulsione, con tesi francamente incomprensibili, tipo le caratteristiche fisiche del migrante adatte ai cercatori d’oro in Tunisia, io non sono d’accordo”, ha sottolineato. “La difesa corporativa che vedo dall’altra parte piuttosto mi preoccupa, perché come un magistrato è libero di dire che un provvedimento del governo è illegittimo, il governo può dire che non è d’accordo senza che questo voglia dire attaccare una categoria”.

E poi, ha aggiunto: “Sono una persona di destra. Chi è di destra come me ha rispetto dei servitori dello Stato, rispetto della separazione dei poteri, rispetto delle istituzioni della Repubblica. Per quello che mi riguarda, non c’è nessun fronte aperto con la magistratura, ma questo non mi impedisce di dire che se una sentenza è incomprensibile, è incomprensibile. A maggior ragione se quella è una sentenza che dichiara di fatto illegittimo provvedimenti del governo, con tutti i passaggi istituzionali che si fanno quando una norma diventa legge in Italia, compresa la controfirma da parte del presidente della Repubblica. E noi l’abbiamo impugnata. Posso semplicemente dire che non condivido la sentenza di Catania”, ha affermato.

Il rapporto con i Paesi africani e il Piano Mattei

Penso che il presidente tunisino Saied, sicuramente con un tono assertivo, si rivolgesse alla sua opinione pubblica. “Dopodiché non dice niente di molto diverso da quello che anche l’Italia sostiene, cioè che il rapporto con i Paesi africani deve cambiare perché noi abbiamo avuto con questi Paesi un approccio paternalistico, un po’ come se ci sentissimo superiori, che non è il modo giusto per affrontare queste materie”, ha detto Meloni. “Con queste nazioni si deve lavorare con rispetto, da pari a pari, con un approccio che è quello di un partenariato strategico”.

Noi abbiamo lanciato il Piano Mattei, tra l’altro siamo in dirittura d’arrivo con le norme che ci consentono una governance perché vogliamo fare una cosa seria. “Faremo una bozza del Piano, la condividiamo con i Paesi africani e la porteremo in Parlamento”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista a Sky Tg24, in occasione di “Sky 20 anni”. “Chiaramente l’Italia non può affrontare da sola la questione africana e quindi lo facciamo anche per spingere l’Europa e condividerne questa strategia. In Europa mi pare che stia passando sempre di più questa necessità, anche con i nostri partner oltreoceano, si capisce oggi l’importanza del continente ma bisogna cambiare l’approccio, perché l’approccio di dire da una parte ti offriamo le risorse per fermare la migrazione ma dall’altra non siamo sicuri che tu sia la persona giusta con la quale parlare, non mi sembra molto produttivo”, ha aggiunto.

Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)

“La posizione del governo è sempre la stessa, io non ho cambiato idea sul tema del Mes, ma al di là di quello che si pensi nel merito dello strumento penso che chi oggi propone di aprire questo dibattito non faccia un favore all’Italia in ogni caso, che si sia favorevoli o contrari. Banalmente, perché non ha senso discutere uno strumento se non si conosce qual è la cornice all’interno della quale quello strumento si inserisce”, ha aggiunto.

Poi, gli investimenti che facciamo col Pnrr “domani porteranno un beneficio, ma oggi sono un investimento, sono un costo”. Quindi non mi si può, non voglio dire “far pagare”, ma non si può non considerare “lo sforzo che si sta facendo, perché sono strategie che abbiamo fatto insieme”, ha affermato Meloni.

Questioni interne e riforme

“Di errori ne avrò fatti diversi, perché chi fa sbaglia, più fai più puoi sbagliare. Penso che questo vada valutato alla fine perché io mi sono data delle strategie, ho fatto delle scelte e poi l’efficacia di quelle strategie a valle si dovrà valutare, però credo che vada valutata nella lunga distanza”.

Per me le riforme sono tutte importanti perché si tengono insieme. “Mi piacerebbe provare a lavorare già nella legge di bilancio a una prima applicazione della riforma fiscale” – ha dichiarato il presidente del Consiglio -Immediatamente dopo la legge di Bilancio vorrei portare la legge costituzionale sulla revisione del nostro assetto istituzionale. L’autonomia si tiene con la riforma costituzionale, la riforma della giustizia si tiene con il resto. Vorrei che questo fosse l’anno in cui le mettiamo tutte in cantiere”, ha aggiunto.

La visita a Granada

 

Meloni parteciperà domani al vertice della Comunità politica europea (Cpe), che si terrà a Granada, in Spagna. Si tratta del secondo cui parteciperà il presidente del Consiglio, dopo quello del primo giugno scorso tenutosi a Bulboaca, in Moldova. Il formato della Cpe risponde all’esigenza di accrescere il raggio d’azione al di fuori dell’Ue, mantenendo comunque una cornice continentale unitaria, particolarmente preziosa anche a fronte dell’aggressione russa dell’Ucraina. Questa piattaforma offre ai capi di Stato e di governo un momento di dialogo informale, utile a favorire la coerenza delle rispettive politiche estere su temi di interesse comune, nonché la collaborazione in materia di economia, energia, sicurezza, connettività, giovani e cultura. La Cpe, come chiarito dalle Conclusioni del Consiglio europeo del giugno 2022, non intende sostituirsi o sovrapporsi al processo di allargamento dell’Ue. I lavori prevedono, dopo una breve sessione inaugurale, lo svolgimento in contemporanea di più tavole rotonde la cui presidenza, per prassi, è assegnata ad uno Stato membro Ue e a un Paese non facente parte del blocco comunitario. I lavori inizieranno intorno alle 12:30, dopo l’arrivo dei leader al Palazzo dei Congressi. In questa sede si terrà la sessione plenaria cui seguirà una tavola rotonda sull’intelligenza artificiale che si svolgerà fra le 13:30 e le 15:30. A seguire, intorno alle 19, si terrà una visita all’Alhambra, la fortezza rossa, un palazzo storico che è considerato come punto di riferimento dell’arte andalusa e Patrimonio Culturale dell’Umanità dal 1984. Al termine della visita i leader si riuniranno nuovamente per una cena durante la quale non è prevista alcuna discussione formale.

Il giorno successivo si tornerà al più classico formato del Consiglio europeo che riunisce i ventisette capi di Stato o di governo dei Paesi membri nel corso del vertice informale organizzato dalla presidenza di turno spagnola. Come da prassi, i Consigli europei informali sono tradizionalmente dedicati a discussioni preparatorie e strategiche di ampio respiro da trattarsi successivamente in modo più strutturato nelle successive riunioni formali che si tengono a Bruxelles: il prossimo vertice Ue di questo tipo si terrà il 26 e 27 ottobre. Tre le macro aeree di dibattito individuate dalla presidenza spagnola in vista della riunione di Granada: una riflessione sul lavoro fatto a Bruxelles a partire dalla pandemia Covid e dalla guerra in Ucraina; una valutazione delle prossime sfide e lancio della discussione sulle priorità dell’Ue per i prossimi anni in preparazione della prossima Agenda strategica Ue 2024-2029, da adottare formalmente dopo le prossime elezioni europee, indicativamente al Consiglio europeo di giugno del 2024. L’Italia ha chiesto, alla luce della situazione contingente, l’inserimento del tema migratorio nell’agenda dei lavori, una proposta accolta dalla presidenza spagnola e dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel che l’ha indicata, nella sua tradizionale lettera di invito ai leader europei, come la questione più pressante con cui si confronta l’Ue in questo momento.

Entrando nel dettaglio, i temi principali che verranno affrontati durante la riunione del Consiglio informale sono l’attuazione dell’Agenda Strategica 2019-2024; cui seguirà una riflessione sulla nuova Agenda Strategica, con particolare riferimento a due grandi macro tematiche, ovvero il nesso fra allargamento e riforme e l’autonomia strategica aperta. Successivamente si discuterà, come anticipato, di migrazioni, per poi concludere la discussione con un aggiornamento sulla situazione in Ucraina. Venerdì mattina i lavori inizieranno intorno alle 9:30 e procederanno sino alle 12.30 circa. Successivamente si terrà una colazione che, di fatto, chiuderà la due giorni di Granada. Ovviamente a margine delle due riunioni vi sarà ampio spazio per incontri bilaterali: come ampiamente anticipato il più atteso è certamente quello fra la premier Giorgia Meloni e il cancelliere tedesco Olaf Scholz incentrato sul tema dei finanziamenti tedeschi alle Ong. Il colloquio, ancora da confermare, si svolgerà in un clima più sereno rispetto agli ultimi giorni visto che questa mattina è stato raggiunto un accordo sul nuovo Patto di migrazione e asilo dell’Ue che tiene pienamente conto delle istanze poste dall’Italia.

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