L’Egitto del presidente Abdel Fattah al Sisi vuole aiuti finanziari dall’Unione Europea per far fronte all’afflusso di migranti che hanno raggiunto il Paese delle piramidi. La richiesta è stata presentata dal ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, alla commissaria europea per gli Affari migratori, Ylva Johansson, a margine della 78esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Shoukry “ha chiesto di aumentare il volume degli aiuti finanziari all’Egitto per far fronte agli oneri aggiuntivi derivanti dai crescenti afflussi di migranti nel Paese e migliorare la capacità di accoglienza dell’Egitto al fine di ridurre significativamente il flusso di immigrazione irregolare attraverso il Paese”, riferisce una nota del ministero degli Esteri egiziano. Stando ai dati forniti dalle autorità del Cairo, l’Egitto ospita quasi 310 mila sudanesi da quando gli scontri tra le Forze armate sudanesi (Fas) e le Forze di supporto rapido (Fsr) sono scoppiati a Khartum lo scorso mese di aprile. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), l’Egitto ospitava complessivamente 9 milioni di migranti e rifugiati all’agosto del 2022.
Il dossier riguarda a ben vedere anche l’Italia. Con 20 mila arrivi nel 2022, infatti, gli egiziani sono risultati al primo posto nella classifica delle nazionalità dichiarate dai migranti sbarcati via mare sulle coste italiane l’anno scorso. Numeri che sembrano essersi ridotti nel 2023, con 8.427 egiziani sbarcati in Italia al 21 settembre, secondo i dati del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale. Eppure, nessuna imbarcazione con a bordo migranti irregolari lascia le coste dell’Egitto dal settembre 2016. Come è possibile che arrivino così tanti egiziani? Semplicemente, i migranti salpano dalla vicina Libia tramite la cosiddetta rotta libica “orientale”, che da Bengasi e Tobruk lambisce le acque greche e assume via via maggiore rilevanza nei flussi migratori verso l’Italia. E tra le vittime delle recenti devastazioni causate dal ciclone sub-tropicale “Daniel” in Cirenaica ci sono almeno 145 egiziani, 124 sudanesi, 46 siriani e 18 palestinesi, forse migranti in attesa di compiere la traversata del Mediterraneo.
Uno delle possibili soluzioni, secondo l’Egitto, è quello di incentivare le migrazioni regolari verso l’Europa. Non a caso il presidente Al Sisi, che salvo sorprese dovrebbe essere rieletto nel 2024 per altri sei anni, ha proposto di organizzare “una migrazione legale e condizionata” verso i Paesi con carenza di nascite. “Per la Serbia, che soffre del problema della mancanza di nascite, regolamentare la migrazione può essere una grande opportunità. I migranti possono rappresentare manodopera per l’economia di questi Paesi. La migrazione legale è una soluzione per affrontare la carenza di manodopera in qualsiasi Paese attraverso il coordinamento tra le parti e l’individuazione di periodi specifici”, ha dichiarato Al Sisi durante una sessione di dialogo nell’ambito della Conferenza mondiale sulla popolazione, la salute e lo sviluppo, temuta al Cairo i primi di settembre.
E le migrazioni sono state al centro dell’incontro tra Shoukry e il vice primo ministro e ministro degli Esteri dell’Italia, Antonio Tajani, sempre a margine della 78esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York. Secondo una nota diffusa dal ministero degli Esteri egiziano, il capo della diplomazia egiziana ha illustrato “l’approccio globale del Cairo nell’affrontare questo fenomeno, che si estende agli aspetti sociali e di sviluppo e non si può ridurre a mera questione securitaria, invitando l’Italia a sostenere l’Egitto sia a livello bilaterale che a livello europeo”.
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