Il governo tedesco sta “sabotando” la riforma del diritto d’asilo dell’Ue. È quanto afferma il quotidiano “Bild” sulla base di “istruzioni” riservate “a uso di servizio” del ministero degli Esteri di Berlino, che sostiene di aver visionato “a Bruxelles”. Nel documento, datato al 26 luglio e redatto al ministero dell’Interno, il rappresentante permanente della Germania presso l’Ue, l’ambasciatore Michael Clauss, viene incaricato di non accettare la riforma della normativa europea in materia di asilo. Nel testo si evidenzia come, “in considerazione delle fondamentali preoccupazioni che continuano a esistere, la Germania non può essere d’accordo, quindi ci si deve astenere” dal voto sulle modifiche alla disciplina dell’Ue. Il motivo è la “preoccupazione per un abbassamento significativo degli standard per quanti cercano protezione, nessuna eccezione per i minori e i loro familiari, nonché per le persone con disabilità riconoscibili”. Come riferisce il settimanale “Focus”, alla base vi è il rifiuto da parte del governo tedesco di sostenere la proposta della presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue sull’ordinanza per le situazioni di crisi e di forza maggiore nel settore della migrazione e dell’asilo. L’obiettivo di tale normativa è far fronte alle emergenze migratorie, come la crisi dei rifugiati del 2015.
L’esecutivo ha motivato il proprio “no” sostenendo che l’ordinanza darebbe agli Stati membri la possibilità di abbassare “in misura inaccettabile” gli standard di protezione per i profughi in caso di crisi migratoria. Irritato dallo stallo nel Consiglio dell’Ue, il Parlamento europeo ha comunicato che bloccherà fino a nuovo avviso altri capitoli dei negoziati sulla riforma del diritto di asilo. Con l’approssimarsi delle elezioni europee del 2024, il rischio è che di tale situazione possano approfittare i partiti euroscettici, da cui l’Ue è accusata di fallire nel contrasto all’immigrazione illegale. Tuttavia, secondo “Focus”, un rapida soluzione della controversia non è in vista. Fonti diplomatiche hanno affermato che gli Stati del sud dell’Ue hanno accettato altre parti della riforma del diritto di silo soltanto perché sicuri che in cambio avrebbero ottenuto maggiore flessibilità nelle situazioni di crisi migratori. Se ciò venisse messo in discussione ora, “l’intero progetto potrebbe crollare”.
Vi è dunque “incomprensione” per la posizione della Germania perché, secondo l’attuale proposta, gli standard non dovrebbero essere allentati in maniera automatica in caso di crisi migratoria, ma esclusivamente dopo l’approvazione del Consiglio dell’Ue e sotto “la stretta supervisione della Commissione europea”. La posizione del governo federale viene quindi vista come “una possibile manovra politica” mentre si avvicinano le elezioni statali in Baviera e Assia, in programma per l’8 ottobre. Nel secondo Land, la candidata capolista del Partito socialdemocratico tedesco è la ministra dell’Interno, Nancy Faeser. In vista del voto, la titolare degli Esteri Annalena Baerbock, esponente dei Verdi, ha illustrato con diversi messaggi su X i motivi per cui la Germania si oppone all’ordinanza dell’Ue per far fronte alle crisi migratorie. La titolare di Berlino ha motivato questa scelta non più con preoccupazioni relative ai diritti umani, ma con il rischio di un aumento dell’afflusso in Germania di profughi “non registrati” negli altri Stati membri. Per “Focus”, l’unica soluzione che forse permetterebbe al governo tedesco di “salvare la faccia” sarebbe se la presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue riuscisse a organizzare la maggioranza qualificata necessaria ad approvare l’ordinanza sulle crisi migratorie senza la Germania. Tuttavia, questo sviluppo appare “estremamente improbabile”. Altri Stati membri come Polonia, Austria, Ungheria e Repubblica Ceca giudicano, infatti, l’iniziativa spagnola troppo debole.
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