Mes, riforma del Patto di stabilità e lotta all’inflazione dopo la decisione del rialzo dei tassi di interesse preso dalla Bce. Questi i temi discussi alla riunione informale dell’Eurogruppo di Santiago de Compostela, in Spagna. Nel corso della riunione, i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’eurozona si sono confrontati con la presidente della Banca centrale europea (Bce), Christine Lagarde, che li ha aggiornati e messi al corrente in maniera dettagliata sulla decisione, presa ieri dalla Bce, di alzare i tassi d’interesse di 25 punti base. Un aumento che potrebbe influenzare negativamente la ripresa economica europea ma che, secondo Lagarde, si è reso necessario per proseguire verso l’obiettivo di abbassare il tasso di inflazione verso l’obiettivo del 2 per cento. Un ciclo di rialzi, quello che va avanti dal luglio del 2022, che potrebbe però aver raggiunto il picco, stando alle parole della presidente della Bce, presente all’Eurogruppo spagnolo. Tuttavia, Lagarde ha chiarito che “non sta prendendo in considerazione” alcun taglio dei tassi a breve termine, nonostante il rallentamento della ripresa economica dell’Eurozona, evidenziato dalle recenti previsioni economiche estive della Commissione europea, che hanno stimato una crescita più blanda di quanto previsto nel mese di maggio. “Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce abbiano raggiunto livelli che, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, contribuiranno in modo sostanziale a un rapido ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2 per cento”, ha evidenziato Lagarde, senza tuttavia chiarire un orizzonte temporale in cui i tassi saranno mantenuti a questi livelli.
“Per tutto il tempo necessario”, ha poi chiarito in conferenza stampa. Lotta all’inflazione verso la quale deve collaborare anche l’Unione europea, come sottolineato dal commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Naturalmente, ha detto nella conferenza stampa a margine dei lavori, la decisione di alzare i tassi di interesse ha “un impatto sull’economia reale, ma combatterla è un obiettivo comune, non riguarda solo la Bce”. Secondo Gentiloni, le politiche europee dovrebbero evitare di minare le decisioni della Banca centrale europea e, allo stesso tempo, “e questo è il difficile equilibrio da trovare, “preservare lo spazio fiscale per gli investimenti”. Questo accadrà, principalmente, “attraverso l’attuazione dei Pnrr. “Penso che l’esborso dei fondi sarà più forte nei prossimi mesi”, ha proseguito prima di richiamare gli Stati membri ad attuare una politica fiscale restrittiva, come già raccomandato in primavera. “Ciò non significa ridurre gli investimenti, ma in particolare eliminare gradualmente le restanti misure di sostegno all’energia e garantire che eventuali nuove misure, qualora si rivelassero necessarie, siano molto più mirate ai più vulnerabili”, ha detto.
Dichiarazioni che fanno il paio con quelle della presidente della Bce, che ha invitato i governi a concentrarsi sulla riduzione del deficit e del debito, e a evitare ulteriori stimoli fiscali che comprometterebbero l’impatto dei rialzi dei tassi d’interesse. Lagarde, inoltre, ha sottolineato di ritenere “essenziale” aumentare gli investimenti nella transizione digitale e rafforzare la competitività e la produttività dell’Eurozona. A suo avviso, la mancanza di competitività, infatti, è una delle ragioni alla base del rallentamento della crescita dell’eurozona. Ripresa europea che comunque preoccupa i ministri dell’Economia presenti all’incontro di Santiago. “Abbiamo bisogno di una crescita più forte in Europa. Non c’è tempo da perdere. Dobbiamo pensare a una nuova strategia industriale ed economica per alimentare la crescita, ottenere più posti di lavoro e più prosperità per i cittadini europei nei prossimi anni”, ha infatti dichiarato il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, al suo arrivo in Spagna. Le Maire ha chiesto un piano per la semplificazione delle norme europee, “sul quale lavoriamo con il governo tedesco”, la realizzazione dell’unione dei mercati dei capitali e maggiori investimenti, soprattutto nell’innovazione, nelle tecnologie dirompenti, nell’intelligenza artificiale e nella transizione climatica. “Significa che, pensando alle prossime regole per il Patto di stabilità e crescita, dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra finanze pubbliche sane, ridurre il debito pubblico e finanziare gli investimenti nell’innovazione e nella lotta contro il cambiamento climatico”, ha affermato.
Riforma del Patto di stabilità che sarà al centro dell’agenda europea nei prossimi mesi, almeno fino alla fine dell’anno, quando il commissario europeo Gentiloni, spera di aver raggiunto un accordo di massima con gli Stati membri europei. “Supportare la crescita sostenibile e la stabilità in Europa richiede un quadro stabile, credibile e prevedibile di norme di bilancio”, ha detto nel corso della conferenza stampa finale. “Ecco perché è essenziale raggiungere un buon accordo entro la fine dell’anno sulla riforma del Patto di stabilità, in linea con la dichiarazione dell’Eurogruppo dello scorso luglio”, ha poi aggiunto l’ex premier. Concetto ribadito dal ministro dell’Economia del Belgio Vincent van Peteghem, anche in vista del semestre di presidenza belga che inizierà il prossimo gennaio. “Credo sia necessario che entro la fine dell’anno si riesca ad avere un approccio generale e che poi, durante la presidenza belga, si possa continuare il negoziato con il Parlamento europeo e andare avanti con questo importante dossier”, ha detto. Nel corso della giornata, si è però tenuto il punto anche sulla possibile ratifica del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) da parte del governo italiano. I ministri dell’Economia europei hanno infatti ricevuto un aggiornamento sullo stato dei lavori dal ministro italiano Giancarlo Giorgetti. “Il ministro Giorgetti è ben consapevole della dimensione europea della riforma Mes”, ha detto in conferenza stampa il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe, che ha ribadito di rispettare e comprendere il meccanismo politico italiano. Giorgetti “ci ha aggiornati sui suoi sforzi, dei quali continuiamo a fidarci e a dipendere, per ottenere un risultato per tutti i membri della zona euro, che hanno indicato che questo è il sostegno che li aiuterà in futuro”, ha aggiunto. “Vorrei solo sottolineare che questa ratifica è così importante non solo per l’Italia, che beneficerebbe della rete di sicurezza che il Mes fornirebbe, ma questa rete di sicurezza deve essere in atto per l’intera area dell’euro. Confido che le autorità italiane continueranno a fare tutto il possibile per mantenere questo importante impegno”, ha poi aggiunto Donohoe.
Giudizio confermato dal direttore esecutivo del Mes, Pierre Gramegna. “La ratifica rimane ovviamente una priorità ancora più importante, perché alla fine di quest’anno le linee di credito nazionali scadranno”, ha detto. “Siamo in costante contatto con il governo italiano e speriamo che la procedura parlamentare contribuisca a spingere la ratifica che gli altri 19 paesi si aspettano”, ha aggiunto. “La cosa più importante è che il Mes possa sostenere e adempiere l’importante mandato per il quale è stato creato, garantire la stabilità finanziaria nell’area dell’euro. Se questo trattato modificato non entrerà in vigore, purtroppo il backstop o la rete di sicurezza, caratteristiche principali del nuovo trattato, non entreranno in vigore”, ha poi aggiunto. Una volta ratificato, ha poi assicurato, il Mes sarà operativo in pochi giorni. “Ovviamente, non abbiamo aspettato che i Paesi ratificassero o iniziassero a ratificare il Trattato modificato per preparare il lavoro. Abbiamo già fatto delle prove con il Fondo di risoluzione unico e ora stiamo perfezionando la cosa”, ha detto. “Potremmo dire che, dal punto di vista operativo, ci siamo. È pronto. Abbiamo solo alcuni punti legali che sono, direi, molto formali, da risolvere una volta che tutti avranno ratificato”, ha chiosato. Sullo sfondo dei lavori di giornata, infine, il compiacimento per il nuovo ruolo europeo di Mario Draghi, incaricato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, di redigere un rapporto sul futuro della competitività dell’Unione. Incarico che ha trovato i favori, espressi pubblicamente, anche di Lagarde e Gentiloni.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram