Il mercato del gas e il ruolo dell’Italia come hub europeo nei nuovi equilibri geopolitici determinati dalla guerra in Ucraina. Questo il tema dibattuto oggi l’Assemblea Pubblica di Proxigas, l’Associazione di riferimento del settore gas, che riunisce le più importanti imprese di settore. “Le istituzioni e gli operatori del sistema gas hanno saputo gestire nell’ultimo anno una situazione certamente complessa e l’Italia è oggi ben preparata per affrontare il prossimo inverno. Sussistono tuttavia elementi di incertezza, le tensioni geopolitiche, l’effettiva disponibilità delle infrastrutture di approvvigionamento e la variabilità dei consumi per effetto della climatica invernale, che potrebbero determinare comunque delle situazioni di volatilità, anche considerando che importiamo la quasi totalità del gas che consumiamo”, ha dichiarato Cristian Signoretto, presidente di Proxigas, che ha aggiunto: “È necessario mettere ulteriormente in sicurezza il sistema e investire per la sua decarbonizzazione. Per farlo, bisogna aumentare l’offerta di gas nel mercato; rafforzare le infrastrutture per rendere più flessibile e diversificato il nostro sistema di approvvigionamento, anche per accogliere i green gases, e rafforzare il ruolo dello stoccaggio. Solo così potremmo raggiungere una stabilizzazione dei prezzi a livelli sostenibili per il sistema produttivo e le famiglie e, nel contempo, abilitare lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile e il phase out del carbone riducendo le emissioni del comparto energetico”.
Negli interventi di tutti i partecipanti è emersa la consapevolezza che la realizzazione degli obiettivi ambientali deve andare di pari passo con la sostenibilità economica e la sicurezza degli approvvigionamenti. Sia come garanzia per chi investe che per salvaguardare la spesa dei consumatori. Lo ha sottolineato nell’intervento di chiusura il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, spiegando che “la nuova centralità a livello europeo” del nostro Paese, sta nel fatto che è diventato per l’Europa “il soggetto di trasferimento delle nuove produzioni di gas che provengono dal Sud almeno per il prossimo trentennio”. Un ruolo che si potrà raggiungere grazie a infrastrutture come i rigassificatori. Lo hanno confermato sia l’Amministratore delegato di Snam, Stefano Venier – annunciando che il rigassificatore di Ravenna sarà disponibile nel 2025 – sia il direttore Italia di Enel, Nicola Lanzetta, secondo cui “ulteriori uno o due rigassificatori sono indispensabili”. “Siamo consapevoli che la competitività del Paese si gioca sulla sostenibilità dei costi dell’energia”, ha detto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, per il quale saranno anche fondamentali gli investimenti “nelle nuove tecnologie utili alla doppia transizione green e digitale”. Per il presidente di Arera, Stefano Besseghini, il nuovo assetto internazionale “a cui ci siamo consegnati per un po’ ci farà vedere dei costi più alti”. Infine, l’Amministratore delegato di Edison, Nicola Monti, ha sottolineato la necessità di “trovare un meccanismo che metta insieme le infrastrutture e gli operatori con un interesse a portare il gas sul mercato”. Monti ha spiegato che “bisogna comporre un quadro regolatorio che permetta che si avverino queste condizioni: le infrastrutture, la disponibilità di gas e incentivare gli operatori a portare quelle molecole di gas sul mercato”.
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