Fratelli d’Italia (Fd’I) e le democrazie mondiali condannano fermamente “l’inaccettabile condotta della Cina” nei confronti di Taiwan, che è un partner commerciale strategico per l’Italia e l’Unione europea. Lo ha detto la presidente della forza politica di destra, Giorgia Meloni, in un’intervista pubblicata oggi dall’agenzia di stampa taiwanese “Cna”. Si tratta di una scelta di campo importante per il partito a meno di 48 ore dal voto del 25 settembre con la leader che si schiera nettamente in area atlantista.
“Con un governo di centrodestra, è certo che Taiwan sarà una preoccupazione imprescindibile per l’Italia”, ha dichiarato Meloni, che afferma di aver “seguito da vicino (e) con disagio” ciò che sta accadendo nello Stretto. L’Unione europea dovrebbe “dispiegare tutte le armi politiche e diplomatiche a sua disposizione“, esercitando “quanta più pressione possibile” per impedire alla Cina di provocare qualsiasi conflitto militare nell’area, ha aggiunto Meloni, secondo cui un’azione militare cinese avrebbe ripercussioni anche sui rapporti commerciali tra Pechino e Bruxelles: “Non dimentichiamo che l’Unione europea è anche un mercato di sbocco chiave per la Cina, che rischia di essere chiuso se decidesse di attaccare l’isola”.
Sulla partecipazione dell’Italia alla Nuova via della Seta (Bri, Belt and Road Initiative) – l’iniziativa di connettività globale promossa da Pechino – la leader di Fratelli d’Italia non ha dubbi: l’adesione nel 2019 è stata “un grosso errore” e “difficilmente” si possono prevedere le condizioni politiche per un rinnovo del protocollo d’intesa tra Roma e Pechino nel 2024, anche in considerazione del trattamento riservato agli attivisti di Hong Kong e alle minoranze etniche dello Xinjiang.
“Spero che il tempo serva a Pechino per abbassare i toni e fare qualcosa di concreto per il rispetto della democrazia, dei diritti umani e della legalità internazionale”, ha proseguito Meloni, che in caso di vittoria alle elezioni del 25 settembre e di guida del governo è intenzionata ad assistere, nell’ambito del progetto dell’Unione europea Global Gateway, quei “Paesi che non vedono alternativa alla penetrazione cinese”.
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