Meloni incontra il premier etiope Ahmed, presto una missione ad Addis Abeba

Un incontro definito "proficuo" da entrambi gli interlocutori, e che ha portato alla sottoscrizione di una dichiarazione congiunta per un programma triennale di cooperazione allo sviluppo in favore dell’Etiopia da 140 milioni euro, 100 a credito e 40 sotto forma di doni

Il rafforzamento della cooperazione economica e allo sviluppo, nell’ambito del “piano Mattei” per l’Africa lanciato dal governo, e l’approfondimento di legami “storici” e di lunga data con l’Etiopia, un Paese considerato “perno” nella stabilità del Corno d’Africa, con l’ambizione di continuare ad esserne un partner “privilegiato”. È quanto emerso dall’incontro avvenuto oggi a palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il primo ministro etiope Abiy Ahmed. Un incontro definito “proficuo” da entrambi gli interlocutori, e che ha portato alla sottoscrizione di una dichiarazione congiunta per un programma triennale di cooperazione allo sviluppo in favore dell’Etiopia da 140 milioni euro, 100 a credito e 40 sotto forma di doni. “È un programma di aiuti importante, che conferma la nostra volontà di aiutare il percorso di sviluppo dell’Etiopia”, ha proseguito il capo dell’esecutivo italiano, che ha poi sottolineato come, a questa, si aggiunga un’altra intesa. “Il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, e il ministro delle Finanze etiope hanno firmato due accordi per 42 milioni di euro sulle filiere del tè e del caffè, e sulle infrastrutture idriche nelle aree aride del Paese”, ha aggiunto Meloni nelle sue dichiarazioni rilasciate alla stampa al termine dell’incontro.

Il rafforzamento dei rapporti storici con l’Etiopia, che l’Italia intende realizzare, si inserisce nell’ottica di quel “partenariato paritario nei confronti delle nazioni africane alle quali il governo sta dedicando buona parte delle energie, quel ‘Piano Mattei’ per l’Africa che abbiamo lanciato come cooperazione allo sviluppo, che possa aiutare i Paesi africani a crescere”, ha osservato Meloni. Sul piano bilaterale, la cooperazione economica tra Italia e Etiopia è un elemento importante e di questo “abbiamo parlato molto, perché crediamo possa crescere”, ha proseguito la premier, annunciando quindi una sua missione in Etiopia già “nelle prossime settimane”. “Ci sono imprenditori e aziende italiane stimate, e crediamo siano molti gli ambiti in cui aumentare gli investimenti italiani, a partire da quello energetico e infrastrutturale. Abbiamo in programma, nelle prossime settimane, una missione in Etiopia, e vorremmo fosse accompagnata anche da imprenditori italiani. Individueremo una data, e la organizzeremo in tempi rapidi”, ha detto.

Tra Italia ed Etiopia, ha dichiarato da parte sua il primo ministro etiope, esistono legami basati su “amicizia, fiducia e rispetto reciproci” e la visita di oggi rappresenta l’inizio di un nuovo capitolo nelle nostre relazioni. “Abbiamo sottoscritto accordi di cooperazione in vari settori. L’Italia ha fatto tante cose che sono a testimonianza di questi sentimenti. L’Italia è con noi in modo solidale, ci sono varie iniziative che testimoniano l’amicizia dell’Italia verso l’Etiopia”, ha detto Ahmed, aggiungendo che l’Etiopia intende intensificare i rapporti con il governo ma anche con imprese italiane come Salini e tante altre imprese che non solo operano in Etiopia come attività imprenditoriale ma anche come etiopi. Intendiamo ampliare gli investimenti in Etiopia, lavorando nel campo dell’intelligence e militare. Ringraziamo l’Italia per essere stata al nostro fianco e noi a nostra volta siamo pronti a rimanere al fianco dell’Italia”, ha aggiunto. La visita del capo del governo etiope – alla sua seconda missione in Italia dopo quella del gennaio 2019 – ha preso il via questa mattina con l’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Con un interscambio commerciale di 176,6 milioni di dollari al 2021 (dati Ice), le relazioni tra Italia ed Etiopia sono trainate dal settore macchinari e apparecchiature (63,4 milioni), seguito da quello dei prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature (9,8 milioni) e degli autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (15,4 milioni). L’Etiopia è il quinto mercato di destinazione dell’export italiano in Africa sub-sahariana, mentre l’Italia è il nono cliente e quinto fornitore a livello mondiale, secondo partner commerciale, primo fornitore e terzo cliente a livello europeo. La quota di mercato del nostro export è pari al 4 per cento, molto superiore a quella dei principali competitor europei (Germania: 2,1 per cento; Francia 1,3 per cento; Spagna: 0,9 per cento). Circa la metà del nostro export è basato su macchinari e apparecchiature, in particolare macchine industriali specializzate e di impiego generale (motori e generatori). Seguono prodotti della siderurgia, tessili, componenti di autoveicoli (granaglie, prodotti in metallo ed elementi da costruzione in metallo). Per quanto riguarda le importazioni, esse si concentrano nel settore agricolo (caffè, semi oleaginosi e altri prodotti di colture permanenti) e nelle produzioni conciarie e tessili. Questi dati non tengono conto del fenomeno delle triangolazioni (via Paesi del Golfo) e dei beni prodotti da aziende italiane presso stabilimenti in Paesi terzi.

La presenza economica italiana in Etiopia consta di un variegato gruppo di imprenditori residenti, in molti casi presenti nel Paese da oltre quarant’anni (con la parentesi del regime di Menghistu, che ha costretto molti di questi a lasciare il Paese per poi farvi ritorno dopo il 1991), e di gruppi e aziende che hanno iniziato ad operare in Etiopia in tempi più recenti sulla spinta della forte crescita economica che ha caratterizzato il Paese nell’ultimo decennio. Alcuni grandi progetti infrastrutturali del Paese sono affidati a società italiane: è il caso della Salini-Impregilo, che ha realizzato in Etiopia venti grandi progetti per un valore di oltre 9 miliardi di euro, la maggior parte dei quali nel settore dell’energia idroelettrica. Il Gruppo sta costruendo due impianti idroelettrici che sono tra le opere principali del Piano di sviluppo energetico del Paese: Koysha (Gibe IV) sul fiume Omo e la Gerd (Grande diga della rinascita etiope) sul Nilo Azzurro, dopo gli impianti di Gilgel Gibe I, Gilgel Gibe II e il progetto idroelettrico Gibe III. Nell’assemblaggio di veicoli commerciali, Cnh/Iveco opera in Etiopia dal 1970 tramite la Jv Amce (Automotive Manufacturing Company of Ethiopia) di cui Iveco detiene il 70 per cento, mentre il restante 30 per cento è di proprietà del ministero dell’Industria e del commercio etiope.

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