Italia e Uzbekistan hanno elevato le relazioni diplomatiche bilaterali al rango di partenariato strategico, rafforzando così la cooperazione in ambito politico, economico e commerciale, militare, culturale e turistico. È questo il principale risultato della giornata romana del presidente uzbeco Shavkat Mirziyoyev, che dopo esser stato ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato nel pomeriggio a Palazzo Chigi, dove è stato ricevuto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I due hanno adottato una dichiarazione congiunta destinata a innalzare il livello delle relazioni tra l’Italia e il Paese centrasiatico, a partire dall’istituzione di un dialogo strategico che si terrà una volta ogni due anni e che sarà co-presieduto dai ministri degli Affari esteri o dai vice ministri designati per discutere di relazioni bilaterali e temi globali e regionali d’interesse comune.
Tra le altre cose, il partenariato strategico comporterà anche un consolidamento dei rapporti in materia di difesa e sicurezza e in ambito legale, ma soprattutto in campo economico e commerciale. Le parti si sono poste l’obiettivo d’incrementare il volume dell’interscambio “utilizzando le opportunità per le esportazioni dall’Uzbekistan verso l’Unione europea nell’ambito del sistema preferenziale Gsp+” e di aumentare la fornitura di attrezzature e tecnologie avanzate dall’Italia per l’industria uzbeca. Settori prioritari della cooperazione economica, in particolare, sono considerati energia, trasporti, turismo, infrastrutture, medicina, farmaceutica, tecnologia dell’informazione, agricoltura e metallurgia, produzione di materiali da costruzione e prodotti elettrici, arredamento, pelletteria, prodotti tessili e di seta, automobili e pezzi di ricambio, lavorazione di frutta e verdura, produzione del vino, allevamento di animali, produzione alimentare.
Oltre a promuovere lo sviluppo di un dialogo periodico tra le associazioni imprenditoriali dei due Paesi, incluse le piccole e medie imprese, i due governi sperano di favorire il trasferimento di tecnologie industriali italiane tramite l’apertura di centri di formazione in Uzbekistan. Spazio anche alla cooperazione culturale e umanitaria, alla promozione di eventi culturali e artistici, all’insegnamento e alla diffusione della lingua italiana e uzbeca. Si parla di cooperazione tra organizzazioni turistiche e di voli regolari diretti tra i due Paesi, di stimolo all’attuazione di programmi e progetti congiunti nella conservazione del patrimonio archeologico, artistico e culturale, di cooperazione scientifica e di scambi tra studenti e insegnanti.
L’Italia lancia così un segnale di attenzione per una regione, l’Asia centrale, che con la ridefinizione delle catene globali di distribuzione e delle rotte commerciali ed energetiche internazionali sembra destinata ad assumere un ruolo sempre più centrale nei futuri equilibri geopolitici globali. L’Uzbekistan, dall’altra parte, punta su Roma per attirare aziende e investimenti di cui necessita per dare slancio alla propria economia in rapida crescita, ma soprattutto per rafforzare i legami con l’Europa in una fase storica in cui la Russia non appare più in grado di proiettare la propria influenza sulla regione centrasiatica.
“Questo evento storico, senza esagerare, è l’inizio di una nuova, importante tappa nell’ulteriore sviluppo della cooperazione tra i nostri Paesi”, ha commentato Mirziyoyev, secondo il resoconto della presidenza uzbeca. Meloni, da parte sua, ha espresso “pieno sostegno” alle riforme democratiche ed economiche in corso di attuazione in Uzbekistan, aggiungendo di credere nel loro successo. I due leader hanno definito prioritaria l’espansione della cooperazione economica e commerciale, osservando come il volume degli scambi e degli investimenti reciproci sia raddoppiato negli ultimi anni e come le aziende italiane abbiano condotto con successo importanti progetti industriali nei settori metallurgico, energetico ed elettrotecnico. Meloni e Mirziyoyev hanno fatto riferimento anche al business forum ospitato da Confindustria lo scorso 6 giugno, nel quadro del quale sono stati firmati accordi e contratti per un valore complessivo di oltre 9 miliardi di euro. Secondo i due leader, importanti opportunità di cooperazione sono ora nel settore dell’innovazione e della tecnologia, ma anche nella cultura, nell’insegnamento della lingua italiana in Uzbekistan, nell’istruzione e nel turismo.
È stata sottolineata la necessità di promuovere relazioni dirette tra le regioni dei due Paesi. Meloni ha espresso parole di apprezzamento per gli sforzi di Tashkent volti a creare un clima di “buon vicinato e fiducia” in Asia centrale e ha auspicato un ulteriore sviluppo della piattaforma di dialogo tra l’Italia e i cinque Paesi della regione. I due leader hanno parlato della situazione in Afghanistan, sottolineando l’importanza di continuare a fornire aiuti umanitari alla popolazione locale, anche utilizzando il centro logistico di Termiz, nel sud dell’Uzbekistan. Al termine dell’incontro, Mirziyoyev ha invitato Meloni a visitare il Paese centrasiatico, così come in precedenza aveva fatto con Mattarella. Mirziyoyev, primo presidente uzbeco a recarsi in visita ufficiale in Italia dal 2000, è arrivato ieri sera a Roma ed è stato accolto all’aeroporto di Fiumicino dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che lo aveva già incontrato alla fine dello scorso aprile nel corso di una missione a Tashkent. Il programma imprenditoriale della visita, che si concluderà domani, sarà invece a Milano: il presidente dell’Uzbekistan sarà ricevuto dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e parteciperà a una tavola rotonda con dirigenti di importanti aziende italiane.
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