La “violenza dei coloni israeliani ha provocato lo sfollamento di oltre 1.100 palestinesi nella Cisgiordania dal 2022”. E’ quanto si legge in un rapporto pubblicato dall’ufficio per il coordinamento degli Affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha). In particolare, 1.105 persone provenienti da 28 comunità – circa il 12 per cento della popolazione – sono state costrette ad abbandonare i luoghi di residenza dal 2022, a causa della violenza dei coloni e all’impedimento dell’accesso ai pascoli contro gli agricoltori. Questi ultimi, fa sapere Ocha, si sono trasferiti in altre località che ritengono più sicure. La maggior parte degli sfollati si trovava nei governatorati di Ramallah, Nablus e Hebron, che hanno anche il maggior numero di avamposti di insediamenti israeliani. Quattro comunità sono state completamente sfollate e ora sono vuote, comprese due che erano state sgomberate durante la valutazione.
In altre sei comunità, oltre il 50 per cento dei residenti se n’è andato dal 2022 e in altre sette comunità più del 25 per cento della comunità se n’è andato. Nei primi otto mesi del 2023 si sono verificati in media tre incidenti al giorno legati ai coloni, rispetto a una media di due al giorno nel 2022 e uno al giorno dell’anno precedente. Si tratta della media giornaliera più alta di incidenti legati ai coloni che hanno colpito i palestinesi da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a registrare questi dati nel 2006, ha indicato l’Ocha. Circa il 93 per cento delle comunità ha segnalato una maggiore frequenza di violenza da parte dei coloni e il 90 per cento ha riferito che la gravità della violenza da parte dei coloni è aumentata dall’inizio del 2022, conclude il rapporto. Tra le violenze citate dal rapporto vi sono la distruzione dei raccolti, danni alle fonti idriche, difficoltà nell’accesso alla sanità e all’istruzione e demolizioni.
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