Componenti dei droni ed esplosivi impiegati nell’attacco del 28 gennaio scorso contro un sito militare nella città di Isfahan, nell’Iran centrale, sono stati trasferiti nel Paese con la partecipazione e la guida di gruppi di opposizione della regione del Kurdistan iracheno. Lo ha riferito il sito web di informazione iraniano filogovernativo “Nour News”, secondo cui l’ordine del trasferimento sarebbe giunto da “servizi di sicurezza stranieri”. Il materiale sarebbe giunto passando per una “delle vie inaccessibili del nord-est e successivamente consegnato al servizio di collegamento in una città di confine”, aggiunge “Nour News”. Il materiale sarebbe stato “assemblato in un’officina attrezzata con l’ausilio di forze addestrate” per poi essere utilizzato in quello che il sito internet ha definito “un atto di sabotaggio”. “Nour News” ricorda che nell’agosto scorso il ministero dell’Intelligence aveva arrestato esponenti di “un gruppo terroristico composto da membri dell’opposizione curda e legato all’agenzia di spionaggio sionista”, presumibilmente incaricato di far esplodere complessi industriali a Isfahan. Le persone arrestate, addestrate a compiere operazioni di sabotaggio da parte di agenti del Mossad, la principale agenzia di intelligence israeliana, stavano pianificando l’esplosione di importanti strutture a Isfahan trasferendo attrezzature e materiali esplosivi altamente avanzati in Iran attraverso la regione del Kurdistan iracheno.
Ieri, l’agenzia di stampa iraniana “Tasnim” ha riferito che le forze di sicurezza iraniane hanno identificato il produttore dei droni utilizzati nell’attacco della notte del 28 gennaio, specificando che tre droni carichi di esplosivo hanno colpito “uno dei complessi di produzione del ministero della Difesa”, mentre altri due velivoli senza pilota sono stati distrutti dalle difese anti-aeree. Al momento non è ancora nota la matrice degli attacchi che lo scorso 28 gennaio hanno colpito non solo Isfahan, ma anche siti in altre città dell’Iran. In totale sono state avvertite quattro esplosioni nell’area dell’impianto sulla cui attività vi sono versioni diverse: dalla produzione dei famigerati droni Shahed 136, alla produzione di missili balistici impiegati dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina. In quello che sembra sia stato un attacco coordinato, sono state colpite altre due città: Hamadan, capoluogo dell’omonima provincia, situata nell’Iran nord-orientale, e Azar Sahr, nell’Azerbaigian orientale. Nel frattempo, sia il “The New York Times” che il “Wall Street journal” hanno attribuito gli attacchi a Israele, citando funzionari militari statunitensi.
Nel novembre 2022, i Guardiani della rivoluzione iraniana avevano colpito la regione autonoma del Kurdistan iracheno e anche alcune città a maggioranza curda dell’Iraq federale, tra cui Altun Kupri, nella provincia di Kirkuk. L’obiettivo era quello di colpire i gruppi curdo-iraniani ospitati nella regione, come il Partito democratico del Kurdistan iraniano (Pdki), il Partito della libertà del Kurdistan (Kff) e il Partito Komala accusati da Teheran di fomentare e sostenere le rivolte in corso da metà settembre nel Paese. Il governo regionale del Kurdistan (Krg) ha invitato i Paesi vicini a rispettare la sovranità della regione e dell’Iraq, e ha chiesto al governo federale iracheno, le Nazioni Unite e la comunità internazionale di prendere “una posizione seria” di fronte a questi attacchi. Per mesi i Guardiani della rivoluzione iraniana hanno condotto diversi attacchi con droni, missili e colpi di artiglieria contro le postazioni dei movimenti curdo-iraniani residenti nella regione autonoma del Kurdistan e nell’Iraq federale con un bilancio di 20 morti e oltre 60 feriti.
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