Maurizio Lupi, da poco rieletto leader di Noi Moderati, sposa la strategia di Silvio Berlusconi di riproporre in Ue l’alleanza tra Popolari e Conservatori – quella che vige ora in Italia – e in una intervista al “Giornale” traccia la rotta per un’affermazione della ‘coalizione Meloni’ in Europa. Manca un anno alle europee: “Per dieci anni l’Italia ha avuto governi non politici. Ora è evidente a tutti: gli italiani volevano un governo del fare. Ed è sul fare che si gioca la partita anche in Ue. La sfida la stiamo vincendo sulla credibilità, sulla competenza e sulla capacità di dare risposte. Il consenso dei cittadini è la prova regina. Berlusconi ha unito nel 1994 le grandi tradizioni della politica italiana nella moralità del fare. E qui, in questo aspetto, intervengono le formazioni di centro, compresa Noi Moderati. Perché si vince con una sintesi tra valori e metodo”. Quindi il Ppe come perno dei prossimi scenari. “I moderati del centrodestra negli anni hanno perso consenso. Noi non dobbiamo inseguire la Meloni e Fratelli d’Italia, Giorgia sta facendo benissimo il premier, ma tornare a dare credibilità e forza a quelle storie politiche, e dunque nuova rappresentanza a quegli elettori che si sono rifugiati nell’astensionismo. E dato che non esiste un governo stabile senza un pilastro moderato, da oggi alle europee noi dobbiamo consolidare l’asse popolare per far sì che anche l’Europa cambi baricentro rispetto all’alleanza Ppe-Psoe”.
Nuovo asse tra Ecr e Ppe, quindi. “Sì, con la Meloni e il modello italiano come riferimenti. La sinistra dovrà rassegnarsi e smettere di agitare il fantasma del passato. Un vero partito conservatore non può essere reazionario. E la sinistra lo imparerà. Inoltre, ricordo che si voterà col proporzionale, per questo abbiamo un anno in cui dobbiamo rimettere insieme tutti e costruire un riferimento per i popolari”. Però non tutto il Ppe ha lo stesso sistema di valori: “Il tema è proprio questo, ma mi pare che Manfred Weber la pensi come noi. Anche in Europa noi non dobbiamo rincorrere ma tornare protagonisti, costruendo una proposta politica unitaria – come fece Berlusconi – partendo da diverse posizioni. Aggiungo un elemento che considero decisivo: i grandi Paesi fondatori dell’Unione non possono perdere forza e consenso all’interno delle istituzioni europee. In questo Italia e Germania, i popolari italiani, e quelli tedeschi, potranno dare il principale contributo”, ha concluso Lupi.
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