“La mafia è violenza ma, anzitutto, viltà. I mafiosi non hanno nessun senso dell’onore né coraggio. Si presentano forti con i deboli. Uccidono persone disarmate, organizzano attentati indiscriminati, non si fermano davanti a donne e a bambini. Si nascondono nell’oscurità”. Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’Istituto Guido Carli di Casal di Principe in occasione delle celebrazioni della Giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Il ricordo di Don Giuseppe Diana
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha scelto proprio la città natale di Don Giuseppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra nel 1994, per celebrare il giorno in cui si rinnova l’impegno pubblico contro tutte le mafie.
Don Peppino Diana – ha infatti sottolineato Mattarella – “era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione”. Don Diana, ha aggiunto Mattarella, aveva capito, nella sua esperienza quotidiana, che “la criminalità organizzata è una presenza che uccide persone, distrugge speranze, alimenta la paura, semina odio e ruba il futuro dei giovani. Usava parole ‘cariche di amore’. Parole chiare, decise, coraggiose. Dopo l’uccisione di un innocente scrisse: ‘Non in una Repubblica democratica ci pare di vivere ma in un regime dove comandano le armi. Leviamo alto il nostro No alla dittatura armata’”, ha poi ricordato il presidente.
“La mafia – ha continuato Mattarella ricordando ancora il sacerdote- è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive, e che quindi la repressione – indispensabile – non è sufficiente e che la mafia si sconfigge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità, sulla trasparenza, sulla cultura, sull’efficienza della macchina pubblica”.
La citazione di Falcone
Il Capo dello Stato ha quindi citato il magistrato Giovanni Falcone sulla sconfitta delle organizzazioni criminali. “Battere la mafia è possibile. Lo diceva Giovanni Falcone: ‘La mafia non è affatto invincibile. E’ un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine’. Casal di Principe lo ha dimostrato”.
Il riferimento è proprio al paese campano in cui “la popolazione ha detto basta alla sopraffazione e alla prepotenza, agevolando, in modo decisivo, l’azione delle forze dell’ordine e della magistratura. Sono stati tagliati – con l’entusiasmo, con la resistenza, con il rifiuto dei metodi mafiosi, persino con l’ironia – quei fili di complicità, di connivenze, di paura che tenevano incatenati ideali, sogni, energie positive e creative”. Il presidente della Repubblica ha poi ricordato che “nei bunker pieni di lusso dove vivevano, asserragliati, i capi della camorra di Casal di Principe oggi si trovano attività di assistenza, di volontariato, di creatività, di imprenditoria solidale. La città – ha rimarcato – rappresenta un modello virtuoso di partecipazione civile”. La Repubblica Italiana “considera prioritaria la lotta a tutte le mafie”, ha detto il presidente. Con leggi e strumenti avanzati, “grazie all’impegno di inquirenti e forze dell’ordine – ai quali dobbiamo sempre esprimere la nostra vicinanza e la nostra riconoscenza – sono state disarticolate organizzazioni potenti e minacciose, capi arroganti sono stati assicurati alla giustizia, intere aree sono state liberate dalla oppressione mafiosa”, ha aggiunto Mattarella.
Ma il monito del presidente della Repubblica è quello di non abbassare la tensione. “Non dobbiamo smettere di vigilare contro le mafie perché la criminalità organizzata è capace di vivere nascosta, pronta a rialzare la testa al minimo sintomo di cedimento”.
I mafiosi temono i cittadini liberi
Infine il capo dello Stato ha voluto rimarcare l’assoluta antitesi tra mafia e libertà. “I mafiosi temono i liberi cittadini. Vogliono persone asservite, senza il gusto della libertà”. Enorme il danno che le organizzazioni criminali recano ai territori in cui operano. “Sono presenti in tutte le attività più turpi e dannose per la comunità: la prostituzione, il traffico di esseri umani, di rifiuti tossici, il caporalato, il commercio di armi, quello strumento di morte che è la droga, lasciando nel territorio povertà e disperazione”, ha detto Mattarella.
Il Capo dello Stato ha quindi ricordato tutti i caduti per mano della mafia, della camorra, della ‘ndrangheta. Donne e uomini che hanno sfidato la prepotenza mafiosa, rifiutandosi di sottostare alla paura e alla sopraffazione. “Cittadine e cittadini coraggiosi, fedeli al senso del dovere e alla propria dignità personale. Tra le vittime anche bambini, uccisi per errore o per vendetta”, ha aggiunto il presidente.
Infine un pensiero rivolto ai giovani: “Le istituzioni sono chiamate ad abbattere le barriere che impediscono ai giovani di realizzare i propri sogni nel territorio in cui hanno le loro radici”. “Voi – ha scandito il presidente davanti ai ragazzi – dovete essere fieri di essere nati in questa terra, che ha saputo compiere questa vera, grande, rinascita. Dovete avvertire l’orgoglio di essere concittadini di Don Diana”
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