L’ex primo ministro della Malesia, il 97enne Mahathir Mohamad, ha perso il seggio in Parlamento che deteneva dal 1964. Lo storico leader malesiano, candidato nel collegio dell’arcipelago di Langwaki, ha infatti ottenuto solo 4.566 voti, contro i 25.463 raccolti da Suhaimi Abdullah, del Perikatan Nasional. Mahatir ha governato il Paese ininterrottamente dal 1981 al 2003, e di nuovo da maggio 2018 a marzo 2020. L’uomo, che nei mesi scorsi è stato ricoverato più volte nonostante problemi cardiaci, aveva deciso di candidarsi contro il parere dei suoi medici curanti, ma ammesso che questa sarebbe stata l’ultima competizione elettorale a cui avrebbe partecipato. Le elezioni generali odierne, le 15me dall’indipendenza del Paese, sono state proclamate anticipatamente dal primo ministro Ismail Sabri Yaakob per tentare di chiudere una stagione di frammentazione e instabilità politica durata circa tre anni. I partiti malesiani si contendono 222 seggi della camera bassa del Parlamento federale in altrettante circoscrizioni uninominali: il partito o la coalizione che conquisterà 112 seggi potrà formare il prossimo governo, che avrà un mandato quinquennale.
L’esito del voto non desta particolari dubbi: secondo sondaggisti e politologi, infatti, è quasi scontata la vittoria dell’Organizzazione nazionale dei malesi uniti (Umno), storica formazione conservatrice del premier uscente Ismail, che ha governato ininterrottamente il Paese dalla sua indipendenza nel 1957, fatta eccezione per un periodo di circa due anni dopo le ultime elezioni, nel 2018. L’Umno è stato protagonista del collasso dei due esecutivi che hanno preceduto quello attualmente in carica, guidati dal veterano 97enne Mahathir Mohamad e da Muhyiddin Yassin. Le elezioni del 2018 e i successivi anni di instabilità sono coincisi con una crisi d’immagine del partito, macchiato dal vasto scandalo dei miliardi di dollari sottratti al fondo sovrano di sviluppo 1Malaysia Development Berhad (1Mdb). La vicenda si è chiusa lo scorso agosto con la condanna definitiva e l’arresto dell’ex premier Najib Razak, che di quello scandalo fu principale protagonista, e che ciononostante resta una figura di spessore all’interno dell’Umno, al punto che il partito ha inserito il suo nome nella lista elettorale sperando in una futura grazia da parte del re.
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