Il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko ha proposto alla cancelliera tedesca Angela Merkel una serie di opzioni per risolvere la crisi migratoria al confine tra Bielorussia e Unione europea, le quali saranno poi discusse in sede Ue e con i Paesi direttamente interessati dal problema. E’ quanto avvenuto nel corso di una conversazione telefonica intercorsa ieri sera tra Lukashenko e Merkel. “Le parti hanno convenuto di non comunicare ancora dettagli specifici, mentre dovrebbe avvenire un’altra telefonata”, riporta l’agenzia di stampa russa “Ria Novosti”.
Gli Emirati Arabi Uniti sono pronti a partecipare alla risoluzione della crisi dei migranti al confine tra la Bielorussia ed i Paesi dell’Unione europea, ha detto il leader bielorusso. “La leadership di questo Paese ha una vasta esperienza sulle questioni migratorie, hanno già preso parte alla risoluzione di problemi simili nel mondo”, ha affermato Lukashenko.
Il ministro degli Esteri tedesco: “L’Ue non si lasci ricattare da criminali come Lukashenko”
L’Unione europea non si deve “lasciare ricattare da criminali” come il leader bielorusso, Aleksandr Lukashenko. È quanto affermato dal ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente televisiva “Ard”. Secondo Maas, la Germania e l’Ue “si sforzano” di fornire aiuti umanitari ai migranti alla frontiera tra Bielorussia e Ue. “La rete delle Nazioni Unite per l’assistenza ai profughi è disponibile” a tal fine. Il capo della diplomazia di Berlino ha aggiunto che “nessuno vuole vedere come famiglie, bambini o chiunque soffrano fame e freddo” alla frontiera tra Ue e Bielorussia. I profughi ammassati nella regione vengono “strumentalizzati” dalle autorità dal leader dell’ex repubblica sovietica, Aleksandr Lukashenko.
Il ministro degli Esteri tedesco ha quindi dichiarato che sono in corso colloqui con gli Stati di provenienza dei migranti, affinché vi vengano ricondotti. Alcuni di questi Paesi, come per esempio l’Iraq, stanno già organizzando voli di rientro. A ciò si affiancano le sanzioni contro “il regime” di Lukashenko concordate dall’Ue. A ogni modo, è anzitutto necessario che i profughi vengano trattati “in maniera degna della loro umanità” e a tal fine “deve essere garantito l’accesso umanitario” alla frontiera tra Ue e Bielorussia. Tuttavia, ha ribadito Maas, i Paesi di origine devono “riprendersi” i migranti. L’esponente del Partito socialdemocratico tedesco (SpD) ha poi definito “di secondaria importanza” il fatto che la Polonia costruisca o meno con fondi europei un muro al confine con la Bielorussia. Allo stesso tempo, Maas ha sottolineato che “non è bello” vedere barriere alla frontiera esterna dell’Ue. Tuttavia, ha proseguito il ministro degli Esteri tedesco, “siamo responsabili di un’immigrazione nell’Ue che deve essere ordinata”. Inoltre, di fronte ad azioni criminali come quelle messe in atto da Lukashenko, “l’Ue non può restare a guardare e deve agire”.
In merito all’accoglienza dei migranti negli Stati membri, Maas ha insistito sul fatto che l’Ue non deve lasciarsi ricattare, con il rischio di “difficili discussioni politiche” tra i governi europei. “Vogliamo che in futuro i perseguitati politici trovino una via di fuga in Europa, ogni mese accogliamo in Germania migliaia di richiedenti asilo, ma ciò deve avvenire con una procedura ordinata” per non far venir meno la disponibilità all’accoglienza, ha sottolineato il ministro degli Esteri tedesco. Maas è quindi intervenuto sull’offerta di mediazione del presidente russo, Vladimir Putin, per risolvere la questione dei migranti al confine tra Ue e Bielorussia. Se Putin intende mediare “può farlo volentieri”, ha infine affermato il ministro degli Esteri tedesco, aggiungendo di “dubitare” delle reali intenzioni del titolare del Cremlino.
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