La crescita annuale del Prodotto interno lordo (Pil), stimata dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) al 3,8 per cento per il 2022 sulla base dei dati trimestrali disponibili, viene confermata per il 2023 allo 0,6 per cento ed è marginalmente rivista al rialzo per il 2024 (all’1,4 per cento). È quanto emerge dalla Nota sulla congiuntura di febbraio dell’Upb, che aggiorna le previsioni formulate a novembre sull’andamento dell’economia italiana nel periodo 2022-2024. Tuttavia, spiega ancora l’Upb, lo scenario è gravato da diversi elementi d’incertezza, soprattutto di matrice internazionale, a cominciare dalla guerra fra Russia e Ucraina. Il Pil è cresciuto di mezzo punto percentuale in estate rispetto al secondo trimestre, per poi calare dello 0,1 per cento fra ottobre e dicembre. Il livello di attività ha raggiunto valori superiori di quasi due punti percentuali a quelli di fine 2019, più che in Germania e Francia. Dal dato complessivo dell’anno scorso, il Pil del 2023 eredita una spinta pari a 0,4 punti percentuali.
Secondo l’Upb, l’inflazione al consumo scende, ma quella di fondo sale ancora. L’indice dei prezzi al consumo ha rallentato a dicembre (all’11,6 per cento, dall’11,8 di novembre) e più decisamente a gennaio (al 10,1 per cento), e questo potrebbe suggerire che il picco sia ormai superato anche per il nostro Paese. Tuttavia, la flessione è dovuta alle componenti più volatili, soprattutto energetiche, mentre l’inflazione di fondo continua ad aumentare, seppure in misura marginale, rallentando il processo di disinflazione. L’anno scorso, evidenzia l’Upb, le misure di politica economica hanno attenuato la dinamica dei prezzi di circa un punto percentuale e i provvedimenti contenuti nell’ultima legge di bilancio continueranno su questa strada almeno fino alla fine del primo trimestre.
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