Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha rinnovato l’autorizzazione a ispezionare navi sospettate di violare l’embargo sulle armi alla Libia, adottando la risoluzione 2684. Secondo quanto riferisce su internet il Consiglio di sicurezza ha deciso oggi di rinnovare per un altro anno le misure volte ad attuare l’embargo sulle armi nei confronti della Libia, in particolare quelle che autorizzano gli Stati membri – agendo a livello nazionale o attraverso organizzazioni regionali – a ispezionare navi in alto mare al largo della costa libica per verificare la presunta violazione dell’embargo sulle armi. La risoluzione 2684 è stata approvata con 14 voti favorevoli, nessuno contrario e un astenuto, ovvero la Federazione Russa. La rappresentante russa Anna M. Evstigneeva ha motivato l’astensione dal voto, indicando che “Mosca è stata all’origine di questo meccanismo di ispezione, con la speranza che queste misure potessero contribuire a ridurre il traffico illecito di armi sul territorio libico. Purtroppo, le attività dell’Operazione navale dell’Unione Europea Irini nel Mediterraneo non hanno portato risultati pratici in termini di stabilizzazione sul terreno. Non ci sono state intercettazioni riuscite di merci di contrabbando e i pochi incidenti annunciati dalla dirigenza dell’operazione hanno destato molti dubbi”.
Il 20 marzo 2023, il Consiglio europeo ha prorogato il mandato di Eunavfor Med Irini, l’operazione militare condotta dall’Ue nel Mediterraneo nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc), fino al 31 marzo 2025. Eunavfor Med Irini è stata lanciata il 31 marzo 2020 come contributo concreto dell’Unione Europea al processo avviato dalla comunità internazionale per sostenere il ritorno alla pace e alla stabilità in Libia. Il principale compito dell’operazione Irini consiste nel contribuire all’attuazione dell’embargo sulle armi imposto dall’Onu nei confronti della Libia, mediante l’uso di mezzi aerei, satellitari e marittimi.
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