La completa eliminazione dei combustibili fossili dal mix energetico dei Paesi “non è realistica”. Lo ha detto l’inviato speciale per il clima della Cina, Xie Zhenhua, durante un forum tenuto ieri a Pechino in vista della prossima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop28), prevista a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, a novembre. Il carattere “intermittente” delle fonti rinnovabili e “l’immaturità” delle tecnologie che garantiscono un efficiente stoccaggio dell’energia sono annoverate da Xie tra le principali cause che impediscono la totale trasformazione verde delle economie.
Il rappresentante cinese si è inoltre pronunciato contro la “strumentalizzazione politica” della cooperazione sulle rinnovabili, notando come il protezionismo potrebbe far aumentare il prezzo dei pannelli solari fino al 25 per cento e frenare la transizione energetica. Ha inoltre ribadito l’opposizione del suo Paese al meccanismo dell’Unione europea di adeguamento del carbonio alle frontiere, che prevede dazi sulle relative importazioni dalla Cina e altrove.
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