Un gruppo di consiglieri presenterà oggi una richiesta per indire una sessione urgente dell’Alto consiglio di Stato libico, il “Senato” con sede a Tripoli, in risposta alla decisione della Camera dei rappresentanti di Tobruk di istituire una Corte costituzionale con sede nella città di Bengasi. Lo ha detto ad “Agenzia Nova” Naima al Hami, membro dell’organo consultivo basato nella capitale della Libia. Il presidente del Consiglio di Stato, Khaled al Mishri, ha già fato sapere di essere contrario all’emanazione, da parte della Camera dei rappresentanti, di una legge che istituisce una Corte costituzionale. “Questa procedura richiede una costituzione o una norma costituzionale per essere approvata, e non una legge”, ha detto Al Mishri.
Ieri, la Camera dei rappresentanti della Libia con sede a Tobruk ha votato la creazione di una Corte costituzionale nella città di Bengasi, in Cirenaica, in alternativa alla Camera costituzionale della Corte suprema, che ha sede a Tripoli. Come spesso succede nel foro legislativo basato in Cirenaica, non è chiaro con quali numeri sia stata approvata la legge e se sia stato rispettato il quorum minimo legale. Il progetto di istituzione della Corte costituzionale prevede l’abolizione della Camera costituzionale nella capitale e la modifica della sua denominazione in Corte di cassazione. Il progetto prevede l’istituzione di una Corte costituzionale composta da 13 membri. Il presidente della Corte e suoi due vice sono nominati dal Parlamento, mentre altri sei membri sono scelti rispettivamente sempre dal parlamento e dall’Alto consiglio di Stato. I nove riuniti in quella che viene denominata Assemblea generale nominano infine i restanti membri della Corte per un totale di 13. La nuova Corte sarà responsabile del controllo giurisdizionale della costituzionalità delle leggi e dei regolamenti emanati che regolano l’attività dell’autorità legislativa. Non le è consentito accogliere il ricorso di incostituzionalità di alcun testo di legge in un giudizio preliminare se non da parte del capo dello Stato, dal presidente della Camera dei rappresentanti, da dieci deputati o dal presidente del Consiglio dei ministri. La nuova Corte proposta dal parlamento interpreterà inoltre i testi delle leggi in caso di divergenza applicativa.
È probabile che la decisione del parlamento verrà respinta sia dalle parti politiche che giudiziarie della Tripolitania, che si oppongono all’abolizione della Camera costituzionale della Corte suprema situata nella capitale Tripoli, attivata quest’anno dopo cinque anni di sospensione. In Libia, la Camera costituzionale decide su casi e ricorsi di carattere costituzionale e giudiziario, questioni e controversie su leggi, normative e decisioni emesse dalle due autorità, quella esecutiva e quella legislativa, nonché qualsiasi violazione o contestazione della dichiarazione costituzionale. Ieri, peraltro, la Camera dei rappresentanti dell’est ha approvato all’unanimità anche una legge che trasferisce l’affiliazione della Gazzetta ufficiale dal ministero della Giustizia al Parlamento eletto nel 2014 e che si riunisce nell’est del Paese. La decisione potrebbe garantire al presidente della Camera, Aguila Saleh, il potere di impedire qualsiasi pubblicazione “sgradita” sulla Gazzetta ufficiale, dove vengono pubblicate anche le decisioni del primo ministro.
Questo nuovo sviluppo va inserito nel più ampio contesto della profonda crisi politica che da tempo blocca ogni progresso della Libia verso le elezioni. Il Parlamento, infatti, considera decaduto il Governo di unità nazionale (Gun) del primo ministro Abdulhamid Dabaiba, al potere a Tripoli e riconosciuto dalla comunità internazionale. Le elezioni per sostituire il Gun con un’autorità esecutiva scelta dalla popolazione libica avrebbero dovuto tenersi il 24 dicembre 2021, ma sono state rimandate per i disaccordi sulla legge elettorale e i criteri per la candidatura alla presenza della Repubblica. Il governo in carica a Tripoli, da parte sua, afferma di voler cedere il potere solamente ad un’autorità eletta e si dice favorevole ad andare alle elezioni il prima possibile. L’inviato dell’Onu in Libia, il senegalese Abdoulaye Bathily, sta cercando di riunire i presidenti della Camera dei rappresentanti e dell’Alto Consiglio di Stato (il “Senato” basato a Tripoli) per redigere la base elettorale che dovrebbe fornire un quadro legale per le elezioni. Allo stato attuale non è ancora chiaro se il tentativo delle Nazioni Unite avrà successo.
Ieri, la Camera dei rappresentanti della Libia con sede a Tobruk ha votato la creazione di una Corte costituzionale nella città di Bengasi, in Cirenaica, in alternativa alla Camera costituzionale della Corte suprema, che ha sede a Tripoli. Come spesso succede nel foro legislativo basato in Cirenaica, non è chiaro con quali numeri sia stata approvata la legge e se sia stato rispettato il quorum minimo legale. Il progetto di istituzione della Corte costituzionale prevede l’abolizione della Camera costituzionale nella capitale e la modifica della sua denominazione in Corte di cassazione. Il progetto prevede l’istituzione di una Corte costituzionale composta da 13 membri. Il presidente della Corte e suoi due vice sono nominati dal Parlamento, mentre altri sei membri sono scelti rispettivamente sempre dal parlamento e dall’Alto consiglio di Stato. I nove riuniti in quella che viene denominata Assemblea generale nominano infine i restanti membri della Corte per un totale di 13. La nuova Corte sarà responsabile del controllo giurisdizionale della costituzionalità delle leggi e dei regolamenti emanati che regolano l’attività dell’autorità legislativa. Non le è consentito accogliere il ricorso di incostituzionalità di alcun testo di legge in un giudizio preliminare se non da parte del capo dello Stato, dal presidente della Camera dei rappresentanti, da dieci deputati o dal presidente del Consiglio dei ministri. La nuova Corte proposta dal parlamento interpreterà inoltre i testi delle leggi in caso di divergenza applicativa.
È probabile che la decisione del parlamento verrà respinta sia dalle parti politiche che giudiziarie della Tripolitania, che si oppongono all’abolizione della Camera costituzionale della Corte suprema situata nella capitale Tripoli, attivata quest’anno dopo cinque anni di sospensione. In Libia, la Camera costituzionale decide su casi e ricorsi di carattere costituzionale e giudiziario, questioni e controversie su leggi, normative e decisioni emesse dalle due autorità, quella esecutiva e quella legislativa, nonché qualsiasi violazione o contestazione della dichiarazione costituzionale. Ieri, peraltro, la Camera dei rappresentanti dell’est ha approvato all’unanimità anche una legge che trasferisce l’affiliazione della Gazzetta ufficiale dal ministero della Giustizia al Parlamento eletto nel 2014 e che si riunisce nell’est del Paese. La decisione potrebbe garantire al presidente della Camera, Aguila Saleh, il potere di impedire qualsiasi pubblicazione “sgradita” sulla Gazzetta ufficiale, dove vengono pubblicate anche le decisioni del primo ministro.
Questo nuovo sviluppo va inserito nel più ampio contesto della profonda crisi politica che da tempo blocca ogni progresso della Libia verso le elezioni. Il Parlamento, infatti, considera decaduto il Governo di unità nazionale (Gun) del primo ministro Abdulhamid Dabaiba, al potere a Tripoli e riconosciuto dalla comunità internazionale. Le elezioni per sostituire il Gun con un’autorità esecutiva scelta dalla popolazione libica avrebbero dovuto tenersi il 24 dicembre 2021, ma sono state rimandate per i disaccordi sulla legge elettorale e i criteri per la candidatura alla presenza della Repubblica. Il governo in carica a Tripoli, da parte sua, afferma di voler cedere il potere solamente ad un’autorità eletta e si dice favorevole ad andare alle elezioni il prima possibile. L’inviato dell’Onu in Libia, il senegalese Abdoulaye Bathily, sta cercando di riunire i presidenti della Camera dei rappresentanti e dell’Alto Consiglio di Stato (il “Senato” basato a Tripoli) per redigere la base elettorale che dovrebbe fornire un quadro legale per le elezioni. Allo stato attuale non è ancora chiaro se il tentativo delle Nazioni Unite avrà successo.
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