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Libia: nuove accuse di corruzione per il premier Dabaiba alla vigilia del voto di fiducia

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Con l’avvicinarsi del voto di fiducia del parlamento della Libia, prevista per l’8 di marzo, il nuovo Governo di unità deve affrontare le accuse di corruzione nei confronti del premier designato, Abdelhamid Dabaiba, per quanto avvenuto durante il Forum del dialogo della Libia di Tunisi dello scorso novembre. In base al contenuto di un rapporto presentato da un panel di esperti delle Nazioni Unite al Consiglio di sicurezza e non ancora ufficialmente pubblicato i voti di almeno tre partecipanti ai colloqui del Forum libico di Tunisi, sponsorizzati dall’Onu, sarebbero stato acquistati da persone riconducibili all’attuale premier designato. Le indiscrezioni diffuse dalla stampa internazionale e subito rilanciate dai media libici hanno sollevato una serie di attacchi contro il premier designato Dabaiba che da giorni sta lavorando per ottenere la fiducia al nuovo esecutivo. La diffusione della notizia di casi di corruzione era già avvenuta poco dopo la conclusione del Forum di Tunisi. Tuttavia, quanto circolato ieri in tarda serata ha rafforzato le accuse contro Dabaiba di compravendita di voti. Il nuovo primo ministro designato ha immediatamente risposto a quelle che egli ha definito mere voci e illazioni.


In una nota diffusa tramite il suo ufficio stampa, Dabaiba ha ricordato che il problema paradossalmente appare in un momento “ricco di aspetti positivi per i libici”, inclusa la fissazione di una data per una sessione speciale da parte della Camera dei rappresentanti per votare la fiducia al nuovo Governo di unità nazionale a cui ha fatto seguito l’annuncio del Comitato militare congiunto 5 + 5 sulla possibilità di tenere la sessione nella città di Sirte. “Queste accuse rovinano lo stato del consenso nazionale e interrompono il processo di concessione della fiducia al governo sfruttando la diffusione di voci e notizie false che distorcono i fatti”, ha riferito Dabaiba tramite il suo ufficio stampa.

Per il premier designato “il processo con cui è stata scelta la nuova autorità, rappresentata dal Consiglio presidenziale, nonché la presidenza del Governo di unità nazionale, si è svolto in completa trasparenza”, come confermato dalla diretta video a cui hanno potuto assistere tutti i libici. Nel rapporto che dovrebbe essere presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu, gli esperti delle Nazioni Unite di cui al momento non si conosce la nazionalità hanno denunciato che durante i colloqui di Tunisi, due dei partecipanti hanno offerto “tangenti comprese tra 150 e 200 mila dollari ad almeno tre membri del Forum libico per Dialogo politico per votare a favore di Dabaiba come premier”. Il rapporto, non ancora pubblicato, sarebbe stato preparato dagli esperti Onu incaricati di esaminare le violazioni dell’embargo internazionale sulle armi imposto alla Libia.

Prima della diffusione di notizie su casi di corruzione durante il forum di Tunisi, il clima politico sembrava favorevole per il nuovo governo. Il presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh, considerato il grande sconfitto alle elezioni per la nuova autorità esecutiva, aveva invitato i membri del parlamento a tenere una sessione congiunta nella città di Sirte per discutere la fiducia al governo di unità nazionale il prossimo 8 marzo a condizione che il Comitato militare 5+5 – che comprende 5 membri dell’autoproclamato Esercito nazionale (Lna) della Libia e 5 del Governo di Accordo Nazionale (Gna) – garantisse la sicurezza della seduta. La risposta del Comitato militare 5+5 non si è fatta attendere e oggi, tramite un comunicato, l’organismo ha annunciato che la città di Sirte è pronta ad ospitare la sessione parlamentare per dare fiducia al nuovo governo.

Lo scorso 25 febbraio il premier designato, Abdelhamid Dabaiba, ha consegnato al presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Aguila Saleh, soltanto un organigramma con la struttura del nuovo Governo di unità nazionale (Gun) e la distribuzione dei vari incarichi fra le tre regioni del Paese (Tripolitania, Fezzan e Cirenaica), senza i nomi dei ministri e dei sottosegretari. Il ritardo nella consegna dei nomi sarebbe dovuto ad una serrata trattativa sui dicasteri chiave, in particolare Difesa e Interno, contesi fra Tripolitania e Cirenaica. Secondo i termini fissati dal Foro di dialogo politico libico (Lpdf) patrocinato dalle Nazioni Unite, la lista del nuovo governo doveva essere consegnata al parlamento entro e non oltre 21 giorni dalla data del 5 febbraio, dunque entro il 26 dello stesso mese. Per entrare in carica, il Gun avrà bisogno della maggioranza semplice del parlamento in un voto di fiducia da tenersi in una sessione unificata entro 21 giorni dalla data odierna. Sono in tutto 178 i deputati abilitati a votare: per questo il governo avrà bisogno del voto di almeno 90 di loro nella seduta che si sta preparando nella città di Sirte, a metà strada fra Tripoli e Bengasi.

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