Banner Leonardo

Libia: l’Italia lavora a un accordo internazionale con Egitto e Turchia

L’idea è quella di convocare un tavolo tecnico con i tre membri occidentali del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto, ovvero Francia, Regno Unito e Stati Uniti, insieme a Italia e Germania

© Agenzia Nova - Riproduzione riservata

L’Italia sta lavorando dietro le quinte a un accordo internazionale per trovare una soluzione alla crisi in Libia. L’idea è quella di convocare un tavolo tecnico con i tre membri occidentali del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto, ovvero Francia, Regno Unito e Stati Uniti, insieme a Italia e Germania, le due nazioni europee più impegnate nel dossier libico, più Turchia ed Egitto, i due Paesi chiave capofila dei fronti contrapposti in Libia: da una parte il Governo di unità nazionale (Gun) del premier “ad interim” Abdulhamid Dababia con sede a Tripoli, appoggiato in primo luogo da Ankara; dall’altra il Governo di stabilità (Gsn) di Fathi Bashagha, il primo ministro designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk (est), sostenuto dall’Egitto. “Agenzia Nova” ha appreso da fonti diplomatiche che l’incontro si terrà al livello di funzionari prima del 22 giugno, una data non casuale perché segnerà la fine della road map del Foro di dialogo politico libico (Lpdf) su cui poggia il mandato di Dabaiba: una scadenza importante che potrebbe fare da spartiacque.

“La stabilizzazione della Libia è una questione di interesse nazionale per l’Italia. Stiamo cercando di organizzare un incontro per mettere d’accordo Egitto e Turchia”, ha spiegato una fonte a “Nova”. “I rapporti dell’Italia con la Turchia sono migliori adesso rispetto a due mesi fa. La reale sfida adesso è il rapporto tra Ankara e il Cairo”, ha aggiunto la prima fonte diplomatica. Non a caso, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, a margine del Vertice Nato di Bruxelles lo scorso 24 marzo per parlare degli sviluppi della crisi in Ucraina ma anche della situazione nel Mediterraneo, con particolare attenzione alla Libia. Non solo la guerra in Ucraina, quindi, ma anche la crisi in Libia saranno al centro del vertice intergovernativo Italia-Turchia previsto a inizio luglio ad Ankara.

L’azione diplomatica dell’Italia coinvolge anche l’Egitto. “Stiamo portando avanti una cooperazione multilaterale nel Mediterraneo orientale. Vogliamo che il gas sia utilizzato come asset, non come arma”, ha aggiunto la fonte diplomatica. Lo scorso aprile, Eni e la compagnia egiziana Egas hanno firmato un accordo per l’importazione in Italia di tre miliardi di metri cubi di gas snaturale liquefatto. Diversamente rispetto ad Algeria, Qatar o Kazakhstan, l’intesa al Cairo non è stata firmata alla presenza di esponenti del governo italiano per evitare polemiche relative al caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito e barbaramente ucciso al Cairo nel 2016. Ma i contatti con l’Egitto proseguono e il presidente della Repubblica, Abdel Fattah al Sisi, ha scelto il suo portavoce e braccio destro, Bassam Radi, come prossimo ambasciatore in Italia.

L’incontro tecnico sulla Libia dovrebbe tenersi in una città araba “neutrale” entro le prossime tre settimane. “Non è solo uno sforzo italiano. Il P3+2 (Francia, Regno Unito, Stati Uniti più Italia e Germania) è una struttura consolidata che deve aprirsi sempre di più a Turchia ed Egitto, i due Paesi che oggi hanno una posizione prioritaria a ovest e ad est”, ha detto un’altra fonte diplomatica interpellata da “Nova”. “L’obiettivo minimo è contribuire ad abbassare la tensione attraverso il coinvolgimento di Egitto e Turchia prima della scadenza del 22 giugno”, ha spiegato la seconda fonte. Da mesi è in corso un braccio di ferro tra due coalizioni rivali in Libia: da una parte il Governo di unità nazionale del premier ad interim Dabaiba con sede a Tripoli, riconosciuto al livello internazionale ma sfiduciato dal Parlamento; dall’altra il Governo di stabilità nazionale designato dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk e guidato da Bashagha, già ministro dell’Interno di Tripoli, appoggiato a sua volta dal generale Khalifa Haftar. L’esecutivo del premier uscente controlla la capitale Tripoli e diverse zone della Tripolitania, la regione più popolosa del Paese. Il Gsn sostenuto dal Parlamento dell’est e dal generale libico Khalifa Haftar controlla i pozzi petroliferi situati in Cirenaica e nel Fezzan, oltre agli edifici governativi di Bengasi (est), Sirte (centro-nord) e Sebha (sud-ovest).

Da ieri, 31 maggio, il governo Bashagha ha ufficialmente iniziato le sue attività da Sirte, città che ha una forte valenza simbolica e strategica in Libia. Anzitutto si trova nel centro del Golfo della Sirte ed è uno snodo fondamentale lungo l’arteria stradale che percorre la costa libica. Su impulso del defunto colonnello Muammar Gheddafi, in questa città ha avuto origine l’Unione Africana: lo stesso complesso di Ouagadougou dove hanno luogo i negoziati ha dato i natali all’organizzazione regionale. Il rais, peraltro, era nato a 20 chilometri da Sirte e in questo stesso luogo aveva trovato la morte il 20 ottobre del 2011, ucciso da un colpo di pistola alla testa dopo essere stato catturato dai ribelli mentre si nascondeva in una conduttura. Sirte ha visto anche l’ascesa e il tramonto dello Stato islamico, estirpato dalla città nel dicembre del 2016 ma a caro prezzo dalle milizie di Misurata, che hanno perso circa 700 combattenti (oltre 2.000 i feriti) contro le “bandiere nere”. Oggi Sirte si trova lungo la linea del fronte del “conflitto congelato” tra due amministrazioni rivali in Libia.

La Turchia ha mantenuto finora contatti con entrambi i governi della Libia, pur senza riconoscere ufficialmente l’esecutivo Bashagha, personalità con cui Ankara ha un rapporto antico risalente a quando quest’ultimo era ministro dell’Interno. Tuttavia, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito a più riprese che non consentirà un ritorno del generale Haftar, da lui più volte definito un “golpista”, a Tripoli. Inoltre, il Paese membro della Nato ha una forte influenza tra i gruppi armati della Tripolitania che finora hanno impedito un golpe contro Dabaiba. Da parte sua, l’Egitto ha accolto con favore la nomina di Bashagha a nuovo premier incaricato della Libia, sottolineando che la Camera dei rappresentanti libica, eletta nel 2014, “è l’organo legislativo eletto, riflette il popolo libico ed è incaricato di emanare leggi, conferendo legittimità all’autorità esecutiva”. Recentemente, il Paese delle piramidi ha ospitato i colloqui tra la Camera dell’est e l’Alto consiglio di Stato, il “Senato” con sede a Tripoli, per trovare un accordo sulla base costituzionale per le elezioni. L’incontro patrocinato dalle Nazioni Unite è terminato con alcuni avanzamenti graduali, considerati però troppo lenti per risolvere la grave crisi dei due governi in corso in Libia.

Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su FacebookTwitterLinkedInInstagram, Telegram

© Agenzia Nova - Riproduzione riservata

ARTICOLI CORRELATI

Ultime notizie

Libia: la Corte d’appello di Misurata condanna a morte 35 membri dello Stato islamico

Altri dodici imputati hanno ricevuto l’ergastolo, mentre un’altra persona è stata condannata a cinque anni di carcere

Kosovo: membri del contingente italiano Kfor presenti a Mitrovica

La missione della Nato ha aumentato la presenza militare nel nord del Paese con l'obiettivo di evitare un'escalation e garantire la sicurezza dell'area

Roma: un bimbo si tuffa in piscina e annega

Inutili i tentativi di rianimazione. Sono in corso le indagini per appurare l'esatta dinamica dell'evento

Erdogan si conferma presidente della Turchia: “Non abbandoneremo mai la democrazia”

Questo risultato sancisce l’inizio del terzo mandato del leader turco, che rimarrà alla guida del Paese fino al 2028
papa francesco mattarella

Mattarella: “Chiederò di devolvere il premio Paolo VI alle zone alluvionate”

"Sorpresa e gratitudine per aver ricevuto questo prezioso riconoscimento"

Altre notizie

Uganda, il presidente Museveni firma la legge anti-gay: prevista la pena di morte per i reati più gravi

Il provvedimento è stato condannato da Stati Uniti, Unione europea e dai gruppi internazionali per i diritti umani, ma gode di un ampio sostegno pubblico nel Paese africano

Ballottaggi delle elezioni amministrative: alle 23 di ieri affluenza al 37,51 per cento

Il dato è in lieve calo rispetto al primo turno, quando alla stessa ora aveva votato il 45,43 per cento degli aventi diritto

Fitto incontra le Regioni: “L’intento è ottimizzare la sinergia tra fondi di coesione e Pnrr”

"Un percorso collaborativo è necessario per correggere gli errori del passato"

Intrappolata nel traffico di Roma, la sposa arriva in chiesa con l’auto della polizia

La donna era diretta verso la Basilica di Santa Maria in Aracoeli quando è rimasta bloccata nel traffico: provvidenziale l'intervento dei poliziotti, che l'hanno accompagnata in chiesa

Vincono i Popolari, trema il governo socialista in Spagna. Sanchez convoca le elezioni anticipate a luglio

"La cosa migliore è che gli spagnoli possano dire la loro nel definire la direzione politica del Paese", ha detto il premier