L’Italia è interessata a cooperare con le autorità libiche per ricostruire la città vecchia di Bengasi, esempio unico di architettura di epoca ottomana e italiana nel Mediterraneo, con un approccio “rispettoso del passato”, ma con “metodologie moderne, materiali innovativi e tecnologie all’avanguardia”. Lo ha detto quest’oggi il console d’Italia a Bengasi, Carlo Batori, al convegno di studi sulla ricostruzione della città vecchia del capoluogo della Cirenaica, la regione della Libia orientale. L’evento è stato organizzato presso l’hotel Tibesti, il principale albergo cittadino, in formato ibrido, sia in presenza che in video conferenza, dal municipio di Bengasi in collaborazione con il consolato generale d’Italia. “Sono fiducioso che le autorità libiche proporranno un approccio alla ricostruzione della città vecchia che tenga conto del suo carattere originario e della sua funzione di spina dorsale socio-economica della città”, ha detto Batori. “La città vecchia è a volte indicata come il quartiere italiano o il quartiere arabo ottomano. Penso che questo modo di descriverlo sia molto limitativo: la città vecchia e il quartiere circostante sono mio avviso semplicemente bengasini. La natura eclettica dei suoi edifici, la magica miscela di stile e tradizioni ne fanno un esempio unico di architettura ed è un tratto distintivo di questa città”.
Oltre al sindaco di Bengasi Sagir Bujuary e al console generale Batori, hanno preso parte all’evento anche il responsabile del fondo governativo per la ricostruzione delle città di Bengasi e Derna, Ali Abdel Afees, nonché membri dell’accademia, esperti, tecnici e funzionari del municipio, unitamente ad investitori pubblici e privati, imprenditori libici e internazionali e rappresentanti delle organizzazioni internazionali. Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) in Libia è “orgoglioso di partecipare al workshop sulla ricostruzione della città vecchia di Bengasi organizzato dal consolato d’Italia con esperto di ampio respiro”, ha scritto Marc-André Franche, rappresentante di Undp in Libia, in un post su Twitter. “Ci impegniamo a lavorare e aiutare a ricostruire insieme”, ha aggiunto Franche.
Nel corso del convegno si sono scvolte presentazioni da parte di accademici ed architetti italiani esperti di restauro, urbanistica, storia dell’architettura, appartenenti alle università di Brescia, Roma La Sapienza e Venezia, nonché all’associazione di amicizia e cooperazione Italia-Libia e alla Regione Emilia Romagna. Gli interventi degli italiani hanno toccato molti temi: dalla metodologia da applicare per i programmi di ricostruzione dei centri storici al tema della combinazione dell’antico con il nuovo, che nel restuaro è un aspetto capitale; dall’importanza dell’accesso ai vecchi archivi, per guidare la ricostruzione degli edifici storici, al tema del coinvolgimento della popolazione dei residenti in qualsiasi processo di ricostruzione dei centri abitati. Poi ancora il tema dell’accessibilità, che è una sfida quando si tratta di edifici storici che ovviamente non hanno questi accorgimenti.
Da parte loro, i tecnici libici hanno spiegato lo stato dell’arte della città vecchia di Bengasi e il grado di distruzione dell’area, illustrando le parti meno danneggiate e i lavori di prima emergenza ricostruttiva che hanno svolto. Le aree del centro storico di Bengasi, dell’adiacente quartiere di Sabri e delle corniche di fronte al mare, racchiudono gli edifici di maggiore pregio storico e architettonico, in gran parte risalenti all’epoca ottomana e a quella italiana. Si tratta di circa 170 edifici, una parte dei quali distrutti ed altri severamente danneggiati dalle vicende belliche del recente conflitto in Libia. Tra di essi vi è anche lo storico Palazzo di Al Manar, da cui fu proclamata l’indipendenza della Libia nel 1951, oltreché la sede consolato generale d’Italia, proprietà italiana, il cui grande edificio ha subito danni ingenti ed è al momento inagibile.
Durante il convegno si è anche svolta una presentazione sulla filiera del restauro Made in Italy, dalla tradizione all’innovazione a cura di AssoRestauro, Ance, Cna, Oice. Il convegno intende propiziare un partenariato più stretto tra Sistema Italia e autorità libiche per facilitare la ricostruzione della città vecchia di Bengasi in modo rispettoso degli stilemi architettonici del passato, della originaria funzione economica e sociale del luogo, al tempo stesso mettendo a disposizione della ricostruzione le più moderne metodologie costruttive e dei materiali, con uno sguardo ai temi della sostenibilità e accessibilità.
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