L’estradizione negli Stati Uniti dell’ex agente dell’intelligence libica Abu Agila Mohammad Masud Kheir al Marimi, sospettato di aver fabbricato la bomba che distrusse il volo Pan Am 103 sopra la città di Lockerbie, in Scozia, nel 1988, sta avendo un impatto politico notevole in Libia. Il premier del Governo di unità nazionale della Libia (Gun), Abdulhamid Dabaiba, ha dichiarato ieri che Masud “è un criminale e un terrorista che non può essere difeso”, spiegando che “chi lo difende, difende un criminale che ha ucciso 259 persone”. Al contrario, il primo ministro designato dal Parlamento dell’est, Fathi Bashagha, ha parlato di “atto illegale” e “contrario alla sovranità libica”. Una posizione simile a quella della Camera dei rappresentanti di Tobruk, secondo la quale il caso Lockerbie “è stato chiuso per sempre” con il risarcimento alle famiglie delle vittime da parte del regime di Muammar Gheddafi.
Molti in Libia cominciano a parlare di “Grande tradimento” di Dabaiba e temono la consegna di altri 12 detenuti politici dell’era Gheddafi, tra cui capo dell’intelligence Abdallah Senussi, difeso ieri dalla tribù dei Warfalla (la più numerosa della Libia). Oggi sono previste proteste contro l’estradizione di Masud e altre forme di disordini civili, inclusi blocchi e barricate stradali. Eventualità che non sembra preoccupare più di tanto il primo ministro basato a Tripoli che, al contrario dei suoi rivali nell’est, sembra consolidare la sua posizione internazionale, accreditarsi come leader credibile con l’amministrazione Usa e dimostrare di saper controllare il territorio.
Non è la prima volta che un cittadino libico viene consegnato gli Stati Uniti. Nel 2013, sotto il governo libico di Ali Zeidan, un commando di forze speciali Usa catturò Abu Anas al Libi, considerato un leader di al Qaeda e uno degli organizzatori delle stragi in Kenya e Tanzania nel ’98. Stavolta le forze speciali Usa non sembrano essere state coinvolte e l’operazione parrebbe essere stata compiuta dai libici in autonomia. Secondo il quotidiano britannico “The Guardian”, il sospettato dell’attentato di Lockerbie è stato rapito da un “signore della guerra” e poi detenuto dalla milizia armata per due settimane. Fonti di “Agenzia Nova” riferiscono che il responsabile dell’operazione è Abd al Ghani Al Kikli, meglio noto come Ghaniwa (o Gnewa), capo del potente apparato di sicurezza chiamato “Autorità di supporto alla stabilità” e originario di Abu Salim, il quartiere dove Masud è stato prelevato. Intanto, l’ufficio del procuratore generale, Al Siddiq al Sour, ha avviato un’indagine sulla estradizione di Masud che sarebbe avvenuta “al di fuori dei quadri legali”, in base a una denuncia presentata dai familiari dell’ex agente segreto libico.
Fonti stampa libiche indicano che Dabaiba avrebbe consegnato l’ex agente dell’intelligence libica con l’obiettivo di sbloccare gli asset e i fondi libici congelati negli Stati Uniti: tra partecipazioni azionarie e conti in banca, si parla di decine di miliardi di dollari. Vale la pena ricordare, però, che per revocare il congelamento è necessario un passaggio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, dove – come è noto – gli Stati Uniti hanno diritto di veto ma non possono ovviamente adottare decisioni unilaterali. Più probabile che la mossa di Dabaiba sia strumentale all’insediamento a Washington di un nuovo ambasciatore nominato dal Governo di unità nazionale (Gun). La sede diplomatica negli Stati Uniti, infatti, è priva di un capo missione e la ministra degli Esteri Najla el Mangoush starebbe lavorando da tempo per nominare un nuovo diplomatico di alto rango in questa posizione chiave.
Non è tutto. Fonti libiche riferiscono ad “Agenzia Nova” che il ministero degli Esteri libico vorrebbe aprire un nuovo consolato a Houston, in Texas: si tratterebbe di un ufficio di accordo fondamentale sia per quanto riguarda le partnership nell’industria petroliera, sia per la cooperazione militare e in particolare aeronautica. L’iter finora è stato bloccato dal dipartimento di Stato, restio a sostenere le azioni di un governo non eletto, di fatto transitorio e contestato in patria. Ora, però, la consegna di Masud – definita “molto importante” dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken – potrebbe accrescere la legittimità del governo Dabaiba, prolungando la permanenza del premier al potere, e allontanare dall’orbita di Washington i politici dell’est della Libia che protestano per l’estradizione.
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