Gli scontri armati avvenuti nel centro di Tripoli sabato 27 agosto, conclusi con un tragico bilancio di 32 morti e 159 feriti, non rimarranno senza conseguenze in Libia. Ne è convinto Jalel Harchaoui, ricercatore specializzato in Libia, commentando l’ultimo tentativo del premier del Governo di stabilità nazionale (Gsn) designato dal Parlamento di Tobruk, Fathi Bashagha, di strappare il potere al rivale Abdulhamid Dabaiba, capo dell’esecutivo di unità nazionale (Gun) riconosciuto dalle Nazioni Unite. Harchaoui individua tre possibili conseguenze derivanti dagli importanti eventi di sabato: la posizione molto più sicura di Dabaiba rispetto al rivale Baghagha; l’avvio di una svolta autoritaria del premier del Gun contro i suoi potenziali oppositori; la reazione del generale Khalifa Haftar e l’ipotesi che Dabaiba possa uscire dal perimetro di Tripoli.
“In primo luogo Dabaiba è in una posizione molto più sicura e permanente rispetto a 48 o 72 ore fa. Egli non è solo sopravvissuto al confronto, ma ha utilizzato quest’ultimo è per uscirne più forte”, dichiara l’analista. Dopo diverse ore di scontri con armi pesanti e leggere nel centro di Tripoli, a pochi metri dall’area in cui hanno sede le ambasciate straniere, la capitale della Libia è tornata ieri sotto il controllo delle forze vicine a Dabaiba: la milizia Rada, guidata da Abdel Raouf Kara; la Brigata 444, guidata da Mahmoud Hamza; e la Forza di sostegno alla stabilizzazione, guidata da Abdel Ghani al Kikli. Bashagha e i gruppi armati al suo seguito, invece, si sono ritirati. “In secondo luogo, ora che è in una posizione più forte, Dabaiba ha già iniziato ad attuare misure di repressione molto dure contro tutti i suoi potenziali oppositori, avviando una svolta autoritaria”, aggiunge Harchaoui. Il procuratore militare libico, Masoud Rahouma Miftah, ha già imposto il divieto di viaggio a Bashagha, al portavoce del Gsn, Osman Abdul Jalil, al presidente del Partito democratico che sostiene Bashagha, Muhammad Sawan, e al generale Osama Juwaili. “Dabaiba dovrà inoltre decidere cosa fare con luoghi come Zintan o Zawiya: lascerà che restino un paradiso sicuro per i suoi antagonisti? Stiamo parlando, per quanto riguarda Zawiya, di una città di 200 mila persone, situata 45 chilometri a ovest di Tripoli. Personalmente, mi aspetto che Dabaiba agisca in modo aggressivo”, riferisce ancora il ricercatore.
Secondo Harchaoui, il premier del Gun dovrà inoltre difendersi. “Dabaiba non è molto forte a Misurata, dove paradossalmente Bashagha continua ad essere presente. Potremmo vedere scontri tra i due campi nell’area di Misurata o vicino a Misurata”, spiega ancora il ricercatore, riferendosi alla “città-Stato” libica situata a est di Tripoli. In terzo luogo, prosegue Harchaoui, bisognerà vedere come intende agire il generale Khalifa Haftar, comandante dell’Esercito nazionale libico (Lna) con sede a Bengasi, nell’est del Paese. “Anche se negherà ogni connessione con Bashagha, Haftar dovrà prendere una decisione. Se non farà niente, Dabaiba sarà incoronato re di Tripoli: deve scegliere se questo gli sta bene oppure escogitare un nuovo piano”, aggiunge l’esperto, ricordando le connessioni di Haftar con Mosca e il sostegno fornito all’Lna dai mercenari del gruppo russo Wagner. “La cosa interessante è che se quand’anche Haftar decidesse di essere ragionevole, cioè di non fare nulla, Dabaiba potrebbe decidere di non esserlo e di uscire dal perimetro di Tripoli. Tutto questo potrebbe tradursi in ulteriori frizioni”, conclude l’esperto.
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