Una squadra di ufficiali e sottufficiali delle Forze speciali della Libia, affiliate al Governo di unità nazionale (Gun) con sede a Tripoli, si sono recate in Italia per seguire un corso di addestramento “avanzato” teso ad aumentare le capacità e l’efficienza di combattimento. Lo ha annunciato il Gun sulla propria pagina Facebook che porta il nome di Hakomitna, “Il nostro governo”. L’esecutivo con sede a Tripoli non ha fornito ulteriori dettagli in merito. Il 22 maggio scorso, era stato il capo di Stato maggiore, generale Mohamed al Haddad, a svolgere una visita ufficiale in Italia, per colloqui con il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e con il ministro della Difesa, Guido Crosetto, durante i quali le parti hanno discusso alcuni degli accordi in materia di addestramento e cooperazione congiunta”, nonché di “alcuni ostacoli e della possibilità di superarli”, aveva riferito lo Stato maggiore libico.
Si è trattato della seconda visita di Haddad nella capitale italiana nell’arco di poche settimane. Il 20 marzo, il generale libico aveva siglato a Roma un accordo tecnico con cui l’Italia si era impegnata a collaborare nell’addestramento delle forze speciali libiche. Vale la pena ricordare che la Difesa italiana, con la Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (Miasit), ha fornito negli anni assistenza e sostegno sanitario, organizzato sulla base delle esigenze e delle necessità di vicinanza al popolo libico. Lo scorso autunno, l’ospedale da campo di Misurata (la terza città della Libia situata 200 chilometri a est di Tripoli), dispiegato nel 2016 durante la fase più critica della guerra in Libia contro Daesh, è stato chiuso dopo aver eseguito nel corso degli anni più di mille interventi chirurgici e oltre 40 mila prestazioni ambulatoriali. La missione italiana in Libia ha visto quindi una rimodulazione, aprendo una nuova fase di cooperazione tecnica, con meno uomini rispetto al passato (circa 50 gli effettivi dispiegati a Misurata secondo quanto appreso da “Agenzia Nova”), e nei settori richiesti dalla parte libica, in particolare nel “training” in vari campi, incluso quello sanitario.
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