Alcuni residenti di Derna, la città della Libia orientale devastata dalle alluvioni, hanno organizzato una manifestazione per esprimere fedeltà a Khalifa Haftar, il comandante dell’Esercito nazionale libico (Enl), e per chiedere indagini approfondite sul crollo delle due dighe che hanno causato le inondazioni responsabili di migliaia di morti. “Incarichiamo il comandante in capo dell’Enl di supervisionare e seguire direttamente la ricostruzione della città di Derna colpita dal disastro”, hanno affermato i dimostranti in una dichiarazione letta in strada. “Voi siete quelli che hanno liberato la città dal terrorismo e l’hanno restituita alla patria. Vi chiediamo di supervisionare la sua ricostruzione”, prosegue la dichiarazione, riferendosi ai militari dell’Esercito nazionale libico con quartier generale a Bengasi, in Cirenaica. I manifestanti hanno riferito che non accetteranno l’ingresso di alcuna impresa nazionale per ricostruire la città, chiedendo piuttosto l’intervento di imprese internazionali specializzate. I dimostranti, infine, hanno chiesto di accelerare le indagini sul crollo della diga di Derna e di ritenere responsabili le persone coinvolte.
Intanto, l’inviato specialedelle Nazioni Unite in Libia, Abdoulaye Bathily, ha esortato Haftar a garantire alle organizzazioni umanitarie e alle agenzie Onu “il pieno accesso” alle aree colpite dalle inondazioni. Ciò avviene dopo che Haftar ha ricevuto ieri a Bengasi l’inviato Onu, accompagnato dalla vice rappresentante speciale del segretario generale e coordinatore residente per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, Georgette Gagnon. Al centro dei colloqui, riferisce una nota della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), gli sforzi per prestare soccorso a Derna e alle aree adiacenti. “Abbiamo anche discusso delle prospettive sulla ricostruzione delle aree devastate. Ho sottolineato la necessità di un’azione nazionale coordinata per superare la crisi, compreso un piano nazionale trasparente e inclusivo per la ricostruzione”, ha affermato Bathily, ribadendo il proprio “appello a tutte le parti interessate a basarsi sulla straordinaria solidarietà e unità che i libici hanno dimostrato in questi tempi difficili, intensificando gli sforzi per tenere elezioni e unificare le istituzioni nazionali per affrontare meglio le sfide future”.
Intanto, almeno otto squadre di soccorso internazionali stanno ancora lavorando a Derna, secondo quanto affermato da Mohamed al Jarih, portavoce del Comitato di emergenza e risposta rapida affiliato al governo orientale libico non riconosciuto dalla Comminuita internazionale. Queste squadre provengono da Egitto, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Francia, Italia, Russia e Unione Europea, ha precisato il portavoce. Si tratta di missioni umanitarie che vengono accompagnate da anche da contingenti militari. L’Italia, da parte sua, ha inviato due unità navali della classe San Giorgio, navi anfibie tutto-ponte capaci di portare ciascuna circa 350 fanti di marina, oltre a mezzi corazzati ed equipaggiamenti di ogni tipo. “Gli ospedali da campo stanno ancora ricevendo pazienti, così come le unità di sostegno psicologico”, ha detto Al Jarih, aggiungendo che 16 comuni libici sono stati danneggiati dalle inondazioni, mentre 22 scuole completamente distrutte e 43 scuole parzialmente danneggiate.
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