Qualcosa non torna nell’annuncio dell’Esercito nazionale libico (Lna, la coalizione di milizie che fa capo al generale Khalifa Haftar) della cattura di Muhammad Miloud Muhammad, noto come Abu Omar, considerato tra i responsabili del rapimento dei quattro cittadini italiani nel 2016. Il comunicato stampa del Comando generale parla di “quattro ingegneri italiani rapiti nel 2016 e liberati a seguito del pagamento di un riscatto di 4 milioni di euro”. Il testo non indica l’area del rapimento, ma il numero degli ostaggi (quattro) fa pensare al caso dei tecnici italiani della ditta Bonatti sequestrati a Sabrata nel luglio del 2015. La vicenda è tristemente nota in Italia per il tragico epilogo del marzo 2016, quando Fausto Piano e Salvatore Failla, rapiti assieme ad altri due colleghi, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, vennero uccisi in una sparatoria tra i presunti rapitori e una milizia locale. Tuttavia, il rapimento è avvenuto nel 2015 (non nel 2016) e nessuno di loro era ingegnere. Il riferimento dell’Lna potrebbe essere invece al rapimento di due ingegneri italiani (Danilo Calonego e Bruno Cacace) e un ingegnere italo-canadese (Frank Boccia) avvenuto a Ghat, nel sud della Libia, nel settembre del 2016: l’area del rapimento (il sud della Libia) sembrerebbe essere più compatibile con l’annuncio dell’Lna, che tuttavia parla di quattro ingegneri rapiti e non tre.
In una dichiarazione rilanciata dal quotidiano “Al Watan”, l’Lna ha indicato che Abu Omar ha partecipato a diverse operazioni in particolare l’attacco alla Mezzaluna petrolifera, dove è stato ferito all’addome, ed è stato trasferito per cure nella città di Al Jufra. In seguito, ha fatto ritorno Sirte. Miloud Muhammad avrebbe inoltre uno stretto legame con il sedicente “emiro” dell’Is in Libia, Abu Muadh al Iraqi, ucciso nella città di Sebha, a seguito di un’operazione militare dell’Lna nel settembre del 2020. Dopo essere diventato leader dello Stato islamico in Nord Africa, Miloud Muhammad è tornato nella città di Ubari, dopo la sconfitta dell’organizzazione nella città di Sirte, “dove ha formato una cellula terroristica all’interno della città del Fezzan ed effettuato operazioni terroristiche”, spiega l’Lna.
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