Il premier designato della Libia, Fatih Bashagha, ha presentato oggi la lista della sua squadra di governo, composta dal primo ministro stesso, due vice-premier, 30 ministri e otto ministri di Stato. Lo ha rivelato Bashagha stesso con una nota pubblicata sulla sua pagina Facebook ufficiale. Da quanto emerso, i ruoli di vice-premier per il sud e l’ovest sono ancora vacanti, mentre per il ruolo di vice premier dell’est Bashagha ha dovuto accettare Ali Farj Qatrani, già membro del Consiglio presidenziale libico e personalità vicina al generale Khalifa Haftar. Il ministero degli Esteri è stato assegnato ad Hafed Gaddour, ex ambasciatore libico in Italia e diplomatico molto apprezzato in Occidente, mentre il ministero dell’Interno va al generale Essam Abuzriba, vicino ai gruppi armati di Zawiya (snodo costiero per il traffico di migranti), e quello della Difesa ad Ahmed Houma, secondo vice-presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, nell’est del Paese. I ministeri delle Finanze e della Pianificazioni sono state riunite in un solo dicastero, per il quale è stato proposto l’haftariano Osama Hammad, che ha ricoperto lo stesso ruolo per il Consiglio presidenziale.
Una sola donna è presente nella lista di Bashagha: la dottoressa Salha al Drouqi al ministero della Cultura, anche se potrebbero esserci altre ministre (e vice-minsitre) nei ministeri di Stato, che saranno otto. Tuttavia, da quanto emerso, ci sarebbero problemi di quorum nel votare, almeno al momento. In parlamento sono presenti solo 55 parlamentari, indefinito il numero dei politici rimasti fuori dalla struttura – il quorum è fissato a 86 parlamentari presenti (metà dei 169 deputati considerati attivi). Un voto politicamente accettabile per Bashagha dovrebbe raggiungere almeno 100 deputati. Intanto il premier in carica a Tripoli, Abdulhamid Dabaiba, si rifiuta di riconoscere l’intero processo. Vale la pena ricordare che il capo del governo uscente riuscì a ricevere un totale di 133 voti nel voto di fiducia tenuto nel 2021 nella città di Sirte. Il premier di Tripoli, inoltre, contesta il voto di “sfiducia” contro di lui approvato nel settembre dello scorso anno senza raggiungere il quorum di 120 deputati, come previsto nell’Accordo politico libico del 2015.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram