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Libia: assalto al Consiglio di presidenza, chiesta la rimozione della ministra degli Esteri

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Un gruppo di uomini armati ha assaltato la sede del Consiglio presidenziale nella capidale della Libia Tripoli, presso l’hotel Corinthia, nella notte tra venerdì e sabato. Secondo quanto riferiscono i media locali, gli assalitori hanno chiesto la rimozione dall’incarico della ministra degli Esteri, Najla el Mangoush, e l’annullamento della nomina del capo dei servizi di intelligence, Hussein Khalifa Al A’eb. El Mangoush ha attirato numerose critiche dopo aver chiesto il ritiro delle forze straniere e dei mercenari presenti nel Paese. Gli assalitori hanno circondato le vie adiacenti all’hotel Corinthia con veicoli militari. Dopo l’assalto, una portavoce del Consiglio di presidenza libico ha confermato che “tutti i membri del Consiglio stanno bene”.


Libia: nuove tensioni in campo politico

Alla vigilia dell’assalto contro la sede provvisoria del Consiglio di presidenza di Tripoli, il canale televisivo satellitare “Tanasuh”, di proprietà di personalità che sostengono il movimento dei Fratelli musulmani libici in esilio in Turchia e in particolare allo sceicco Al Sadiq al Ghariani, ha chiesto agli abitanti di Tripoli di manifestare il 7 maggio contro la ministra degli Affari Esteri del Governo di unità nazionale, Najla el Mangoush. L’obiettivo è quello di ottenere la rimozione del capo della diplomazia libica dopo le sue dichiarazioni che chiedevano il ritiro di tutte le forze straniere e mercenari, comprese le forze turche, dal territorio libico. Il canale ha scritto, sul suo account Twitter: “Chiediamo una manifestazione domani, venerdì, in Piazza dei Martiri nella capitale, Tripoli, e la richiesta al premier della Libia Abdulhamid Dabaiba di licenziare il ministro degli Affari esteri Mangoush, dopo le sue dichiarazioni a sostegno dell’aggressione alla capitale (l’offensiva del generale Khalifa Haftar dell’aprile 2019, ndr) e la sua richiesta di partenza delle forze turche che addestrano e sostengono l’Esercito libico”.

Un importante esponente delle milizie di Misurata e dell’operazione militare della Libia “Vulcano di Rabbia”, Muhammad Bahron, detto anche “Al Far”, ha intimato in precedenza al Consiglio di presidenza libico di ritirare la nomina a capo dell’intelligence di Hussein Khalifa Al A’eb. Rivolgendosi al presidente Mohammed al Menfi in un messaggio su Twitter, Al Far ha accusato Al A’eb di essere un uomo del generale Khalifa Haftar e di essere coinvolto nell’offensiva militare contro Tripoli dell’aprile 2019 – giugno 2020. “Devi ritirare la decisione di nominare a capo dell’intelligence chi ha sostenuto l’aggressione contro Tripoli. Altrimenti, come ti abbiamo autorizzato, siamo in grado di espellerti e licenziarti”, ha scritto Al Far, rivolgendosi al capo del Consiglio di presidenza.

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