I politici in Libano devono cancellare il peccato della corruzione e dell’egoismo, smettendo di soddisfare soltanto i propri interessi personali e di rubare il denaro pubblico. Lo ha affermato il patriarca maronita, cardinale Bechara Rai, durante il sermone tenuto in occasione della Domenica delle Palme. “Il vero politico è un servitore”, ha evidenziato Rai in dichiarazioni riprese dall’agenzia di stampa libanese “Nna”, precisando che “la politica è un’arte incentrata sul servire il bene pubblico” e che il politico si impegna a “servire l’amore, la giustizia e il bene dell’uomo”. “I politici e deputati libanesi sappiano che per garantire una buona politica bisogna eleggere un presidente della Repubblica con queste caratteristiche in modo da riorganizzare le istituzioni”, ha aggiunto il cardinale. Nell’occasione, il capo della Chiesa maronita ha ricordato che sta “preparando il ritiro spirituale del 5 aprile con i deputati cristiani”, riferendosi all’invito rivolto dal patriarcato ai 64 deputati cristiani a partecipare a una giornata di preghiera. “Pregheremo insieme per il Libano e per il suo salvataggio dalla crisi politica, economica, finanziaria”, ha aggiunto.
Il patriarca Rai aveva precedentemente annunciato l’intenzione di convocare tutti i partiti cristiani per un dialogo sulle elezioni presidenziali. Fino ad ora, sia il partito delle Forze libanesi che il Movimento patriottico libero (Cpl, partito fondato dall’ex presidente Michel Aoun), due partiti rivali, hanno risposto favorevolmente all’invito. Ciò accade mentre il Libano sta affrontando una grave crisi economica e finanziaria con i tre quarti della popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà e i funzionari del Fondo monetario internazionale che hanno posto l’accento su una situazione “pericolosa”. Il Libano è rimasto senza un capo dello Stato da quando il mandato del presidente Michel Aoun è terminato alla fine di ottobre 2022, e da allora i deputati in parlamento, riunitisi in undici sessioni, non sono riusciti a eleggere un suo sostituto per mancanza di accordo politico tra i diversi partiti. Alcune formazioni politiche dell’opposizione sostengono la candidatura del deputato Michel Moawad, mentre Hezbollah e il suo alleato sciita, il movimento Amal, sostengono quella di Sleiman Frangieh. Nessuno dei due candidati è finora riuscito a ottenere il numero di voti necessario per l’elezione.
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