Le accuse dei servizi segreti statunitensi contro la Russia non contribuiscono alla normalizzazione delle relazioni bilaterali. Lo ha scritto l’ambasciata russa a Washington sul suo profilo Facebook. L’ambasciata ha fatto sapere che gli Stati Uniti, accusando la Federazione Russa di “ingerenza” nelle elezioni presidenziali, stanno cercando di scaricare la responsabilità della loro destabilizzazione politica interna su attori esterni. “È improbabile che questo atteggiamento dell’amministrazione corrisponda alla nostra proposta di dialogo fra esperti equo e reciprocamente rispettoso per trovare delle soluzioni alle questioni più urgenti. Le azioni di Washington non contribuiscono alla normalizzazione delle relazioni bilaterali”, ha riferito l’ambasciata.
Un rapporto dell’intelligence Usa pubblicato ieri sostiene che il presidente russo Vladimir Putin avrebbe autorizzato una serie di operazioni lo scorso anno al fine di danneggiare la campagna presidenziale di Joe Biden. Putin avrebbe sostenuto la rielezione del presidente uscente, Donald Trump, mentre “seminava discordia per esacerbare la tensione negli Stati Uniti”, si legge nel rapporto. Inoltre, l’Iran avrebbe condotto un’operazione di influenza segreta su più fronti intesa a ridurre le possibilità di rielezione di Trump, senza però “promuovere direttamente i suoi rivali”, si legge nel rapporto non classificato dell’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale. La Cina, invece, non avrebbe “intrapreso sforzi per interferire nelle elezioni, considerando ma alla fine scegliendo di non andare avanti”. Nonostante le varie campagne estere, tuttavia, il rapporto afferma che non vi erano indicazioni che alcun “attore straniero” abbia tentato di alterare “alcun aspetto tecnico del processo di voto nelle elezioni statunitensi del 2020”, inclusi i sistemi di registrazione degli elettori, le votazioni individuali, i sistemi di tabulazione dei voti o la rendicontazione dei risultati.
Secondo il rapporto, gli sforzi della Russia si sono basati su “deleghe collegate” ai servizi di intelligence russi, che hanno promosso “narrazioni di influenza – comprese accuse fuorvianti o infondate contro il presidente Biden – a organizzazioni dei media statunitensi, funzionari statunitensi e personalità statunitensi di spicco, comprese alcune vicine all’ex presidente Trump e alla sua amministrazione”. Inoltre le agenzie di intelligence valutano che Putin avesse competenza sulle operazioni di influenza russa, comprese le attività di Andrij Derkach, un parlamentare ucraino collegato all’intelligence russa che è stato sanzionato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti a settembre. Derkach ha già respinto le accuse. In passato la Russia ha ripetutamente respinto le accuse di aver interferito nelle elezioni negli Stati Uniti.
Leggi altre notizie su Nova News
Seguici su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram