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Lazio: il 3 per cento degli automobilisti ammette di girare video al cellulare alla guida

Dal rapporto di Anas, però, emerge che più del doppio riconosce il cattivo comportamento quando è messo in atto da altri

Roma
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© Agenzia Nova - Riproduzione riservata

Solo il 3 per cento di chi guida sulle strade del Lazio ammette di utilizzare il telefonino mentre è al volante. La percentuale, però, raddoppia se si chiede agli automobilisti un giudizio sugli altri: il 7 per cento, infatti, afferma di aver viaggiato a bordo di una macchina mentre il guidatore registrava un video. E’ quanto emerge dalla ricerca sugli stili di guida degli utenti commissionata da Anas al Centro statistica aziendale-Csa Research e presentata oggi nel corso del convegno “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime” che si è tenuto nella sede della Camera di Commercio di Roma e al quale ha preso parte – oltre al presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti – il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Su scala nazionale parliamo del 10 per cento degli italiani che afferma di utilizzare il telefonino per fare video mentre guida. Tra questi, il 3,1 per cento parla di se, mentre il 6,9 dice di essere stato a bordo di un’auto mentre il conducente filmava la strada con lo smartphone. E si tratta soprattutto di giovani dai 25 ai 34 anni.


Dall’indagine, condotta su un campione di 4 mila persone su base nazionale e che ha tenuto conto di oltre 5 mila osservazioni dirette, emerge che la maglia nera tra i comportamenti più pericolosi adottati alla guida va alla distanza di sicurezza: non viene rispettata nel 38,5 per cento dei casi. Tra i comportamenti errati più diffusi, inoltre, c’è il mancato utilizzo delle frecce, soprattutto in sorpasso (50,9 per cento dei guidatori non le utilizza). I due comportamenti scorretti percepiti maggiormente dai guidatori, invece, sono l’eccesso di velocità, che secondo gli intervistati è rispettato solo dal 40,3 per cento degli altri guidatori, e l’uso del cellulare alla guida, non utilizzato solo nel 39,6 per cento dei casi. Numeri che si traducono in “3.159 persone che hanno perso la vita sulle strade del nostro Paese nel 2022. Il che vuol dire avere un Comune italiano che scompare ogni anno”, ha spiegato Salvini. “Per questo cerchiamo di investire soldi su strade, autostrade, ferrovie e ponti per arrivare all’obiettivo zero vittime entro il 2050”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda gli intervistati del Lazio il 93,8 per cento dei guidatori afferma di non mettersi mai alla guida dopo aver bevuto alcolici o assunto sostanze; l’89,9 per cento sostiene di rispettare sempre i limiti di velocità; l’89,5 di non utilizzare il telefono alla guida, nemmeno se fermi al semaforo. Anche qui, però, la situazione cambia – e di molto – se si tratta di dare un giudizio sugli altri: secondo gli intervistati il 40 per cento di chi ci porta in auto non rispetta i limiti di velocità e solo il 42,2 per cento dei guidatori ritiene che gli altri non utilizzino il telefono al volante. Infine, il 48,2 per cento afferma che gli altri guidatori non si mettono alla guida dopo aver bevuto. “Noi pensiamo che quello che succede sia sempre colpa dell’altro e mai colpa nostra. Partendo da questo punto di vista è difficile ragionare”, ha affermato Luca Valdiserri, papà di Francesco Valdiserri investito e ucciso sulla Colombo la notte tra il 19 e il 20 ottobre 2022 mentre camminava sul marciapiede.

“Una cosa che ho notato nelle scuole è che se i ragazzi hanno diritto alla precedenza ritengono di dover passare a ogni costo. Rallenta, anche se hai la precedenza. Quanto vale il rischio che voglio correre per avere ragione?”, ha sottolineato Valdiserri. Secondo Anas per ridurre gli incidenti sono tre i fattori cruciali: educazione, manutenzione delle infrastrutture e tecnologie. Parliamo di “viadotti, smart road, asfalto riciclato per migliorare la viabilità, comfort del conducente, e il progetto green light per innalzare la sicurezza nelle gallerie in termini di illuminazione”, ha spiegato il presidente di Anas Edoardo Valente. In parallelo, però, è importante lavorare su educazione e sensibilizzazione. Per colpire i giovani “funziona molto portare le esperienze dei ragazzi che hanno causato un incidente nelle classi – ha concluso Valdiserri -. Questo funge anche da pena accessoria, nei casi meno gravi. L’altra è ragionare sulla percezione, che è molto particolare, in questo l’educazione sicuramente è una via per avere cittadini migliori”.

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