A meno di 24 ore dal silenzio elettorale, oggi nel Lazio si chiude la campagna elettorale, prima del voto del 12 e 13 febbraio. Tra confronti e ultimi comizi, sarà una giornata intensa e frenetica per i tre principali candidati alla presidenza della Regione Lazio: Francesco Rocca per il centrodestra, Alessio D’Amato per il centrosinistra e Donatella Bianchi per il M5s. La mattinata è iniziata con l’ennesimo e penultimo faccia a faccia tra i cinque aspiranti governatori. L’occasione è stata la tribuna elettorale televisiva, che andrà in onda questo pomeriggio alle 18 al Tgr-Rai. Otre i tre favoriti, presenti anche Rosa Rinaldi per Unione Popolare e Sonia Pecorilli per il Partito Comunista Italiano. Al termine del dibattito, i candidati, dopo aver annunciato il primo atto da mettere in campo, in caso di vittoria, lanciano un appello al voto per compattare i loro elettorati e convincere in extremis gli indecisi.
Bianchi spiega che la prima azione se eletta “è quella di istituire due task force, una sulla sanità e una sui rifiuti, convocando tutti i sindaci per fare il punto e uscire da questa situazione”. Per quanto riguarda l’appello al voto, “semplicemente è la mia storia, il mio programma, la mia idea di progresso da portare in questa regione rilanciandola, con rigore e coerenza, ripartendo da un dibattito pubblico – dice Bianchi -. Quindi, chiedo di votare me per respirare un’aria nuova in questa Regione”, conclude la candidata M5s. Il primo atto di Rocca, “sarà quello di intervenire sui pronto soccorso per ridare dignità ai cittadini e in contemporanea intervenire sulle infrastrutturale per far fiorire una economia che da 10 anni è soffocata dalla giunta Zingaretti-D’Amato”. Come appello agli elettori, Rocca sottolinea: “è ora di voltare pagina, perché i risultati fino ad oggi sono sotto gli occhi di tutti. La mia è una storia che racconta ‘il fare’: oggi non domani, il mio impegno sarà quindi dare subito risposte ai cittadini del Lazio che aspettano da troppo tempo”, conclude il candidato del centrodestra.
Per Alessio D’Amato, invece, il primo provvedimento sarà “istituire lo psicologo di base, importante specie nel post pandemia, e il trasporto pubblico gratuito per gli under 25 e over 70, un elemento fondamentale per sostenere la mobilità collettiva a fronte della mobilità privata”. D’Amato, rivolgendo l’appello agli elettori, torna a chiedere il voto disgiunto e utile: “Votate la persona, si elegge il presidente a turno unico, vince chi prende un voto in più. Mi avete conosciuto nei momenti più bui della nostra storia durante la pandemia, la forza dei risultati è l’elemento importante che metto a disposizione di tutti i cittadini e le cittadine, gli elettori e e le elettrici”. Infine, Rosa Rinaldi, candidata presidente di Unione Popolare, se eletta, come primo atto convocherà “tante associazioni sul territorio che lavorano sul disagio e sulle disuguaglianze. Vogliamo stare dalla parte delle persone. Siamo dalla parte delle persone”. Secondo Sonia Pecorilli del Partito Comunista Italiano, la prima cosa da fare “è una delibera di indirizzo per una legge nazionale a cascata sul piano casa, un’emergenza oggi impellente. Sono 32 anni che manchiamo dal contesto politico, quindi votate il Pci”, conclude Pecorilli.
Il resto del confronto ha riguardato sempre i temi di maggiore interesse pubblico: ciclo dei rifiuti, trasporti, grandi infrastrutture, sanità, lavoro e transizione ecologica. Questioni spinose che hanno quasi sempre visto i tre candidati in contrapposizione, ma senza grossi battibecchi, fino al tema del termovalorizzatore di Roma, che ha acceso il dibattito facendo volare qualche scintilla. “Il futuro non può essere mandare i rifiuti in giro per l’Italia, con gravi danni ambientali, per essere smaltiti nei termovalorizzatori della altre regioni – ribadisce D’Amato -. È una situazione intollerabile, quindi chiudere il ciclo su base provinciale. Il sindaco di Roma Gualtieri va sostenuto e vanno realizzati impianti di termovalorizzazione tecnologicamente avanzati. Proporrò un audit anche di livello internazionale guidato da un premio Nobel per consentire che le scelte fatte siano di massimo livello e con le massime garanzie”, conclude l’assessore uscente.
Arriva la replica e l’affondo di Rocca: “non posso sentire parlare di premio Nobel perché hanno avuto 10 anni per cambiare il destino di questa Regione e proprio loro hanno conferito rifiuti all’estero e hanno creato il problema delle discariche – attacca l’ex presidente della Croce rossa -. Serve la differenziata così come il termovalorizzatore”, ha sottolineato Rocca, ribadendo il sostegno al sindaco Gualtieri: “lavorerò fianco a fianco col sindaco di Roma affinché si faccia il termovalorizzatore, ma bisogna trovare anche la soluzione al tema viabilità, che è critico sull’Ardeatina”. Infine, la stoccata della candidata del M5s, Donatella Bianchi: “È fantastico che Rocca e D’Amato siano d’accordo su un punto, il termovalorizzatore, un inceneritore che non serve. Mentre servono impianti più piccoli e innovativi, che non costringano la nostra Regione a diventare la pattumiera d’Europa per i prossimi 30 anni”, conclude Bianchi.
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