Dopo lo scontro sul campo, che ha lasciato diverse ferite, il botta e risposta prosegue anche oggi tra i candidati alla presidenza della Regione Lazio. Il conto alla rovescia per il voto del 12 e 13 febbraio si avvicina e ieri i tre principali pretendenti alla carica di governatore – Alessio D’Amato per il centrosinistra, Francesco Rocca per il centrodestra e Donatella Bianchi per il M5s – si sono visti a Palazzo Wedekind a Roma per un faccia a faccia, a tratti molto accesso. Le scintille sono volate soprattutto tra Rocca e D’Amato che hanno innescato l’ennesimo derby sanità, senza esclusione di colpi. Più defilata la candidata del M5s Donatella Bianchi che, comunque, quando si è parlato di rifiuti e termovalorizzatore a Roma, non si è risparmiata nel duro battibecco con il candidato del centrosinistra. Ma il confronto, oramai scontro, tra D’Amato e Rocca ha animato pure oggi il dibattito politico.
Il primo affondo della giornata arriva da Rocca: “Questi dieci anni di Governo regionale Zingaretti-D’Amato ci consegnano una fotografia drammatica della sanità laziale, con particolare riguardo al delicato tema degli screening oncologici”. Il candidato del centrodestra snocciola una serie di dati “certificati” e negativi per il Lazio, sottolineando che se “fossi in D’Amato, eviterei di raccontare una sanità laziale che esiste, evidentemente, soltanto nella sua fantasia”. Poi la stoccata sulla vicenda del possibile ingresso di Dino Giarrusso nel Pd: “Probabilmente Calenda lo avrà rimesso al suo posto, gli avrà tirato le orecchie, come ha fatto già diverse occasioni, l’anima comunista di D’Amato con Carlo Calenda vive e vivrà delle situazioni singolari, non vorrei esser nei suoi panni a prendere ordini da Calenda – ha aggiunto Rocca -. D’Amato sta collezionando una serie di gaffe. La mia sensazione è che stia facendo di tutto per arrivare alla medaglia di bronzo. Mi sembra si stia impegnando per arrivare terzo”, ha provocato Rocca.
Non è tardata ad arrivare la risposta piccata di D’Amato: “Di bronzo c’è solo la faccia di Rocca che continua a tacere sui rapporti con Bandecchi che ha finanziato la sua campagna elettorale”. Il candidato del centrosinistra fa riferimento all’inchiesta a carico dell’università Unicusano, per presunta evasione fiscale. Tra le persone coinvolte, ci sarebbe anche Stefano Bandecchi, fondatore e presidente dell’Università, ma anche coordinatore nazionale di Alternativa popolare, il partito che ha garantito il suo appoggio al candidato del centrodestra Rocca. D’Amato, di contro, elenca una serie di numeri sulle “buone politiche della Regione di questi anni” che “hanno contribuito a fare del Lazio un territorio di opportunità. Prima regione italiana per crescita degli occupati (2012-2020; Fonte Istat). In 8 anni gli occupati nel Lazio sono aumentati di oltre 124 mila, un incremento del 5,6 per cento, il più alto tra le regioni italiane. Con me come presidente, il Lazio sempre più locomotiva d’Italia”, ha chiosato il candidato del centrosinistra. Dal canto suo, la candidata del M5s, Donatella Bianchi guarda oltre. Ultima scesa in campo è anche lei impegnata sul territorio all’ascolto dei cittadini e delle realtà territoriali. Bianchi, in ogni caso, non perde occasione per rilanciare i punti cardine del suo programma: reddito di cittadinanza regionale, lotta all’inquinamento, sostenibilità, transizione ecologica e blue economy. Oggi ha incontrato il Rabbino capo e la presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni e Ruth Dureghello. L’obiettivo di Bianchi “è una Regione Lazio sempre più inclusiva, attenta al tema della memoria e pronta ad arginare qualunque revanscismo discriminatorio e neofascista”.
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