L’Austria si pone come capofila di un gruppo di Paesi membri dell’Unione europea che chiedono parità di trattamento sui vaccini anti Covid-19. Dopo la lettera inviata sabato scorso dai Austria, Bulgaria, Lettonia, Repubblica Ceca e Slovenia, ora anche la Croazia si è unita all’appello per ottenere che la distribuzione dei vaccini fra i Paesi membri rispetti il parametro del numero di abitanti. Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, ha riunito a Vienna gli omologhi bulgaro, ceco e sloveno – rispettivamente Bojko Borisov, Andrej Babis e Janez Jansa – mentre il lettone Krisjanis Karins e il croato Andrej Plenkovic hanno partecipato alla riunione in videoconferenza. Obiettivo dei sei Paesi è fissare un vertice europeo incentrato sul tema della distribuzione dei vaccini, una questione che dovrebbero riuscire ad affrontare oggi o, al più tardi domani, con i presidenti della Commissione europea e del Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel. Al centro dei colloqui anche i problemi relativi alle forniture di vaccini contro il coronavirus riscontrati dalle varie cause farmaceutiche e i presunti effetti collaterali del preparato AstraZeneca, temporaneamente sospeso in attesa di una decisione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) che è attesa per giovedì.
Secondo Kurz, le carenze di vaccini contro il Covid-19 in Europa “non sono colpa dell’Ue, ma del “sistema di consegne” successive agli ordini per le forniture. Inoltre, il cancelliere ricorda che, “già il 21 gennaio” scorso, il Consiglio europeo aveva concordato la distribuzione dei vaccini tra gli Stati membri in base al numero della rispettiva popolazione. Tuttavia, sottolinea Kurz, l’accordo “al momento non è stato attuato” e, per questo motivo, è necessario un meccanismo di correzione per la distribuzione dei vaccini contro il Covid-19 nell’Ue, a fronte delle carenze che si osservano da tempo. Il sistema di consegne dei vaccini contro il coronavirus nell’Ue “non dovrebbe rimanere com’è attualmente”, ha sottolineato Kurz.
Tuttavia, per ora, non sono stati forniti dettagli da parte dei capi di governo sul loro piano per migliorare la distribuzione dei vaccini. Intervenendo alla conferenza, il premier Borisov ha detto che la Bulgaria ha sempre creduto nella solidarietà europea e nelle decisioni del Consiglio europeo e lo fa anche nella questione della distribuzione dei vaccini anti Covid. “Abbiamo sempre creduto nella solidarietà europea e nelle decisioni del Consiglio europeo. Abbiamo votato per una distribuzione proporzionale dei vaccini e l’argomento è chiuso per noi. Ci sono stati somministrati diversi vaccini ugualmente buoni”, ha detto il primo ministro bulgaro in una conferenza stampa successiva all’incontro.
“I negoziati sono in corso da parte della Commissione europea, la garanzia per la qualità dei vaccini è l’Ema. Di conseguenza abbiamo acquistato diversi milioni di vaccini. Nessuna delle società sta adempiendo ai propri contratti. Li violano nella distribuzione proporzionale”, ha aggiunto Borisov. Il premier bulgaro ha poi osservato che Sofia “segue le istruzioni” in modo corretto. “Seguiamo tutte le istruzioni correttamente. Ci è stato anche detto che gli Stati membri dovrebbero astenersi dai vaccini russi e cinesi. Abbiamo ordinato quattro vaccini: AstraZeneca, Johnson &Johnson, Moderna e Pfizer. Questo è quanto ci ha detto la Commissione”, ha sottolineato il primo ministro.
Più diretta, invece, la richiesta del premier ceco, Andrej Babis, secondo cui l’Unione europea deve correggere il meccanismo di distribuzione dei vaccini anti Covid. “Abbiamo ripetutamente parlato di solidarietà al Consiglio europeo di dicembre. Era la parola prioritaria. Solidarietà vuol dire distribuire i vaccini ai singoli Stati membri secondo la popolazione”, ha detto il premier ceco, esprimendo l’obiettivo dell’Ue e dei Paesi membri è di vaccinare circa il 70 per cento della popolazione entro la fine di giugno. “Sfortunatamente questo non si sta avverando al momento perché la suddivisione è differente”, ha continuato Babis.
A livello europeo, secondo il premier lettone Krisjanis Karins, è necessaria maggiore solidarietà per ridurre le disparità fra gli Stati membri in merito alle consegne di vaccini anti Covid-19. “Un meccanismo correttivo e una distribuzione in parti uguali sarebbe la strada giusta”, ha aggiunto Karins. L’omologo croato, Andrej Plenkovic, ha detto che il suo Paese continuerà a vaccinare la popolazione anche con il siero anti Covid prodotto da AstraZeneca. “La posizione degli esperti su questa specifica questione è che i benefici della vaccinazione sono maggiori di qualsiasi rischio a loro noto al momento”, ha detto il primo ministro croato. A proposito della riunione presieduta da Kurz a Vienna Plenkovic ha detto che sei paesi dell’Ue, fra cui la Croazia, richiederanno un meccanismo correttivo per la distribuzione del vaccino. “Abbiamo deciso di fare appello congiuntamente per la creazione di un meccanismo correttivo per quanto riguarda la distribuzione dei vaccini”, ha spiegato Plenkovic aggiungendo che l’obiettivo è “compensare lo stallo che alcuni Paesi hanno sperimentato a causa della più lenta distribuzione dei vaccini AstraZeneca”.
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