L’Asean rafforza i rapporti con l’Occidente allargato

Al vertice di Phnom Penh stabiliti i legami privilegiati con Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e India

Gli ultimi vertici dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean) e dei suoi partner, tenutisi a Phnom Penh sotto la presidenza cambogiana, si sono chiusi ieri, dopo quattro giorni di intensi lavori, con alcune novità di rilievo che confermano la centralità della regione. L’organizzazione regionale – di cui sono membri Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam – e gli Stati Uniti hanno istituto una partnership strategica onnicomprensiva, a 45 anni dall’avvio della relazione di dialogo, e deciso di “aprire nuove aree di cooperazione vitali per la prosperità e la sicurezza”. Allo stesso modo, la trentennale relazione tra l’Asean e l’India è stata elevata a partnership strategica onnicomprensiva. Gli Usa e l’India si sono così aggiunti agli altri due Paesi coi quali l’Asean aveva già portato la cooperazione al massimo livello: la Cina e l’Australia.

Il presidente statunitense, Joe Biden, ha sottolineato l’importanza dell’avanzamento della partnership parlando di un “passo fondamentale” e salutando “l’inizio di una nuova era” nella cooperazione. “Non vedo l’ora di costruire progressi ancora più solidi”, ha dichiarato, sottolineando che “l’Asean è il cuore della strategia indo-pacifica” della sua amministrazione. Il leader della Casa Bianca ha parlato anche di risorse, ricordando che nell’ultimo anno ha annunciato nuove iniziative nell’area Asean per oltre 250 milioni di dollari e che per il 2023 ha richiesto 825 milioni di dollari per l’assistenza al Sud-est asiatico.

Di un crescente coinvolgimento nel Sud-est asiatico ha parlato anche il primo ministro canadese, Justin Trudeau, che a breve pubblicherà la sua strategia per l’Indo-Pacifico e che ha annunciato un investimento di 40 milioni di dollari nella nuova Iniziativa di impegno per l’Indo-Pacifico (Ipei), in aggiunta ai fondi destinati alle iniziative già in atto. Anche il Canada e l’Asean vanno verso un approfondimento delle relazioni. Nel vertice le parti si sono impegnate a istituire una partnership strategica e a rafforzare i tre pilastri della cooperazione: per la sicurezza politica, economica, socio-culturale. Si sono impegnate, inoltre, a concludere tempestivamente il negoziato per l’accordo di libero scambio avviato l’anno scorso.

Sono stati dichiarati sostanzialmente conclusi, invece, dopo due anni, i negoziati per aggiornare l’Accordo per l’istituzione della zona di libero scambio Asean-Australia-Nuova Zelanda (Aanzfta), risalente al 2009. L’aggiornamento comporterà l’inserimento di nuovi capitoli riguardanti gli appalti pubblici; le micro, piccole e medie imprese; la facilitazione della crescita e dello sviluppo di un’economia regionale inclusiva e sostenibile. L’obiettivo è rafforzare la catena di approvvigionamento, garantire il flusso di beni essenziali durante i periodi di crisi, estendere la liberalizzazione dei servizi e degli investimenti, sostenere la trasformazione digitale.

Contemporaneamente è stato annunciato l’avvio ufficiale dei negoziati per aggiornare l’accordo per l’Area di libero scambio Asean-Cina (Acfta), che risale al 2002. L’aggiornamento coprirà aree di comune interesse, tra cui economia digitale, economia verde, connettività della catena di approvvigionamento, concorrenza, protezione dei consumatori, micro, piccole e medie imprese. La Cina resta il principale partner commerciale dell’Asean e la seconda fonte di investimenti esteri diretti. Nel 2021, il commercio bidirezionale di merci ha raggiunto 669 miliardi di dollari, con un aumento su base annua del 29 per cento, mentre dalla Cina sono affluiti nell’area Asean investimenti esteri diretti per 13,6 miliardi di dollari, il 7,8 per cento dell’afflusso totale.

Non ci sono stati progressi, invece, sul Mar Cinese Meridionale: le parti hanno ribadito l’impegno ad attuare pienamente la Dichiarazione sulla condotta delle parti nel Mar Cinese Meridionale (Doc), a 20 anni dalla sua firma, e ad arrivare alla rapida adozione di un Codice di condotta (Coc) in linea col diritto internazionale. A Phnom Penh l’Asean e la Cina hanno prodotto due dichiarazioni congiunte di cooperazione: una sul rafforzamento dello sviluppo sostenibile e una sulla sicurezza alimentare. Con la prima hanno concordato di dare priorità allo sviluppo, approfondire la cooperazione, attuare il piano di ripresa dell’Asean e far avanzare la collaborazione nelle infrastrutture. Con la seconda sono state adottate alcune misure pratiche, in linea con i quattro pilastri della sicurezza alimentare: disponibilità, accesso, utilizzo e stabilità del cibo.

Si è tenuto, inoltre, un vertice Asean più tre (Apt), formato al quale la Cina partecipa insieme al Giappone e Corea del Sud, focalizzato soprattutto sul piano di lavoro per il periodo 2023-2027. Il formato, che il primo ministro cambogiano, Hun Sen, ha definito “estremamente importante” per l’Associazione, risente delle tensioni all’interno del sottogruppo “più tre”: Cina, Giappone e Corea del Sud, infatti, non si riuniscono in un vertice trilaterale da quasi tre anni, dal dicembre del 2019. Le relazioni tra Giappone e Corea del Sud, però, potrebbero migliorare nel prossimo futuro: proprio a margine degli eventi Asean di Phnom Penh, il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, e il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, si sono incontrati e hanno concordato che “lavoreranno per risolvere rapidamente le questioni pendenti”, ovvero le dispute storiche risalenti al periodo del dominio coloniale giapponese nella Penisola coreana (1910-45). Kishida incontrerà a breve anche il presidente cinese, Xi Jinping: il 17 novembre a Bangkok, in Thailandia, a margine del summit della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec).

Kishida e Yoon hanno incontrato anche Biden a margine degli eventi Asean: i loro tre Paesi infatti sono attivamente impegnati nella cooperazione di difesa dalla minaccia nordcoreana. Con la “Dichiarazione di Phnom Penh” Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno riaffermato l’impegno nella partnership trilaterale, su tre fronti: il primo è la sicurezza, il secondo la crescita della partnership regionale e il terzo la prosperità economica, la leadership tecnologica e la crisi climatica. Quella della Penisola coreana è solo una delle crisi concomitanti che si sono imposte all’attenzione dell’Asean nei giorni scorsi.

L’organizzazione ne vive una molto grave al suo interno: quella del Myanmar. Al riguardo gli altri nove Stati membri hanno mantenuto fermezza nel negare al governo militare birmano una rappresentanza politica e nel chiedere l’attuazione verificabile con “indicatori concreti, pratici e misurabili” e una “specifica tabella di marcia” del Consenso in cinque punti. A Phnom Penh ha fatto la sua comparsa anche l’Ucraina, con la presenza del suo ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, e l’adesione al Trattato di amicizia e cooperazione nel Sud-est asiatico (Tac). La guerra in corso nel Paese europeo e il suo impatto sull’economia globale hanno certamente determinato i temi delle dichiarazioni adottate, in cui la sicurezza energetica e alimentare sono in primo piano. Infine, a Phnom Penh, l’Associazione ha dato il via libera “in linea di principio” all’ammissione di Timor Est.

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