Il governo dovrebbe convocare le parti sociali per realizzare al meglio il Pnrr. “Chiediamo che faccia quello che non ha fatto fino ad oggi, per fare in modo che il Pnrr sia completamente realizzato”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un punto stampa a Bruxelles dopo l’incontro avuto con il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni.
“Per quello che riguarda il Pnrr, proprio perché pensiamo che sia un’opportunità irripetibile, crediamo che non possiamo permetterci di non investire e di non realizzare i progetti che sono stati presentati. È evidente che siamo di fronte al rischio di un ritardo, perché c’è una discussione aperta fra governo e Europa per ridefinire quei progetti. Banalmente, su tutto questo non siamo stati coinvolti”, ha detto. “C’è bisogno che il governo convochi le parti sociali e che si faccia una discussione vera, anche per ragionare su quali possono essere le modifiche da apportare per poter realizzare gli obiettivi che non possono essere allungati. E lo dico perché ci sono una serie di esempi molto concreti. Uno di questi è fare le assunzioni necessarie per avere quelle competenze, nelle regioni o nei comuni, ma anche al livello di governo, per poter realizzare e rispettare quei piani”, ha aggiunto.
Allo stesso tempo, secondo il segretario Cgil, “c’è bisogno di creare quelle scelte di politica industriale necessarie per accompagnare il Pnrr”. “Dato che i tempi per la realizzazione del Pnrr sono stretti”, ha poi concluso, “la richiesta che avanziamo è di chiedere al governo la convocazione delle parti sociali e le organizzazioni sindacali, e che faccia quello che non ha fatto fino ad oggi, per fare in modo che quel piano sia completamente realizzato. Se ci sono dei cambiamenti, devono essere presentati in tempi rapidi per affrontare questa situazione. Non possiamo permetterci di perdere quei 220 miliardi per creare lavoro e risanare il nostro Paese”.
La situazione sociale è molto difficile, ha sottolineato Landini. “La vediamo molto male. C’è un livello di precarietà nel lavoro più alto che negli altri Paesi. Non è un caso se siamo il Paese che ha più giovani italiani che se ne vanno all’estero di stranieri che vogliono venire in Italia. Dall’altra parte, abbiamo una situazione salariale di grave crisi, si è poveri lavorando. Inoltre, c’è un aumento dell’inflazione che sta mangiando i salari. Proprio per questo, abbiamo giudicato in modo molto negativo il disegno di legge sul fisco che il governo ha messo in campo”, ha detto. “Il livello di precarietà nel nostro Paese è molto più alto che in altri Stati ed è una delle ragioni che ha impoverito il lavoro e reso più debole il nostro sistema. Agire sul fisco e sulla lotta all’evasione fiscale, con un allargamento della base imponibile è fondamentale. Serve una vera lotta all’evasione fiscale per avere le risorse per fare gli investimenti nella sanità, nella scuola, e dove è necessario, oltre che intervenire fin da ora per ridurre l’inflazione”, ha aggiunto. “Proprio perché su questo non stiamo avendo le risposte, stiamo discutendo con Cisl e Uil per aprire una fase di mobilitazione. Per noi significa fare assemblee in tutti i luoghi di lavoro e nei territori, e decidere le forme di mobilitazione per chiedere al governo di aprire dei confronti, che fino ad ora non ci sono stati, per cambiare politiche economiche e sociali sbagliate”, ha proseguito il segretario della Cigl.
“L’abbiamo chiesto sia al governo Draghi che al governo Meloni, dobbiamo andare a prendere i soldi dove sono. Il livello di crescita di extraprofitti, sottolineato anche a livello europeo, non a precedenti. Costruire una tassazione degli extraprofitti per fare un fondo di solidarietà a sostegno dei salari e del reddito è un elemento fondamentale. Stiamo chiedendo, inoltre, di andare su una strada che è quella di estendere una serie di tutele a tutte le forme di lavoro, compreso il lavoro autonomo e le partite Iva”, ha concluso.
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