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Il segretario, confermato alla guida della Cgil, ha poi ribadito di non volerne sapere nulla della politica. “E’ dieci anni che le mie cose e azioni vengono lette come se volessi andare in politica, cosa che non voglio fare”. “Il sindacato confederale ha sempre svolto una funzione politica, ma non perché si sostituisce alla politica”, ha aggiunto per poi puntualizzare: “Il sindacato è stato tra i padri costituenti in questo Paese”.
Nel merito del programma sindacale che intende portare avanti, Landini ha insistito sull’allargamento della base sociale da rappresentare. “Oltre ai lavoratori dipendenti che in Italia sono 22 milioni “voglio rappresentare gli autonomi e le partite Iva” i loro “bisogni oggi non sono rappresentati”. Su eventuali sponde politiche il sindacalista ha ribadito autonomia e condivisione. “Se le forze politiche condividono le nostre proposte si fanno battaglie comuni”. “Voglio che la politica torni a rappresentare il mondo del lavoro, oggi c’è stata una rottura sia di destra che di sinistra”, ha aggiunto.
Landini non ha nascosto la gioia per la rielezione alla guida della più antica organizzazione sindacale italia. “Il lavoro del sindacato non è singolare, personale, è un lavoro di gruppo. Sentire che ho preso ancor più voti adesso rispetto a quattro anni mi fa, è una grande gioia e allo stesso tempo mi sento una grande responsabilità sulle spalle”.
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