L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, si schiera dalla parte del consorzio responsabile della costruzione del gasdotto PennEast nell’ambito di una disputa, finita all’attenzione della Corte Suprema, sulla possibilità di espropriare terreni dallo stato del New Jersey per completare la costruzione dell’infrastruttura. Lo riferisce il quotidiano “The Hill”. La Corte ha accettato di esaminare il caso il mese scorso, dopo che un tribunale di grado inferiore si è pronunciato contro l’esproprio federale per acquisire terreni necessari al completamento del gasdotto. Il dipartimento di Giustizia, in una nota ufficiale in merito alla controversia fondiaria, sostiene che gli Stati dell’Unione non sono esenti dal rispettare una legge che consente ai titolari dei permessi di acquisire le proprietà necessarie per progetti infrastrutturali approvati dai regolatori federali. In precedenza, una corte d’appello federale si era invece pronunciata a favore del New Jersey, sostenendo che sottrarre la terra di proprietà statale andava contro l’undicesimo emendamento, che protegge gli Stati da alcune cause legali.
Il gasdotto PennEast è un progetto proposto un consorzio di cinque società energetiche per trasportare il gas naturale dalla regione di Marcellus Shale, in Pennsylvania, al New Jersey. L’infrastruttura andrebbe da Dallas, nella contea di Luzerne, a Pennington, nella contea di Mercer nel New Jersey, percorrendo una distanza di circa 185 km. Come l’amministrazione Biden, anche quella dell’ex presidente Donald Trump si era schierata con PennEast, sostenendo che “è il governo federale ad avere”l’autorità primaria per determinare se sono necessarie condutture aggiuntive e strutture correlate e, in tal caso, dove dovrebbero essere collocate e chi dovrebbe servire”.
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