Israele sarebbe responsabile dell’attacco avvenuto il 28 gennaio scorso contro un sito militare nella città di Isfahan, nell’Iran centrale. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa iraniana “Isna”, citando una lettera inviata dall’ambasciatore dell’Iran presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani. “L’Iran si riserva il diritto di dare una risposta ferma ogni volta e quando lo ritiene necessario”, ha affermato l’ambasciatore, spiegando che “questa azione intrapresa da Israele va contro il diritto internazionale”.
Al momento non è ancora nota la matrice degli attacchi che lo scorso 28 gennaio hanno colpito non solo Isfahan, ma anche siti in altre città dell’Iran. In totale, sono state avvertite quattro esplosioni nell’area dell’impianto sulla cui attività vi sono versioni diverse: dalla produzione dei famigerati droni Shahed 136, alla produzione di missili balistici impiegati dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina. In quello che sembra sia stato un attacco coordinato, sono state colpite altre due città: Hamadan, capoluogo dell’omonima provincia, situata nell’Iran nord-orientale, e Azar Sahr, nell’Azerbaigian orientale. Nel frattempo, sia il “The New York Times” che il “Wall Street journal” hanno attribuito gli attacchi a Israele, citando funzionari militari statunitensi.
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