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L’ambasciatore di Cipro in Italia a Nova: “Ue decisiva per la ripresa dei colloqui”

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Una soluzione definitiva alla questione cipriota deve passare attraverso il pieno coinvolgimento dell’Unione europea nei futuri negoziati tra le due comunità, in modo da raggiungere un accordo che rispetti l’acquis europeo. L’Unione dovrebbe però reagire con maggiore forza e risolutezza alle violazioni del diritto internazionale e all’aggressività della Turchia nel Mediterraneo orientale nelle sue attività di ricerca di idrocarburi. Da queste premesse parte l’ambasciatore cipriota in Italia, Minas Hadjimichael, che in un’intervista ad “Agenzia Nova”, spiega le priorità di Cipro in vista della conferenza informale sulla questione cipriota convocata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, a Ginevra dal 27 al 29 aprile nel formato 5+1: le due comunità dell’isola e le tre cosiddette “potenze garanti”: Grecia, Regno Unito e Turchia. “Le nostre aspettative per la conferenza informale sulla questione cipriota è che possa aprire la strada a negoziati significativi per una soluzione alla questione cipriota, sulle basi della soluzione federale bizonale e bicomunitaria con eguaglianza politica come definito nella relativa risoluzione delle Nazioni Unite”, afferma Hadjimichael ricordando come sia tempo ormai per riprendere i colloqui a quasi 4 anni dall’ultima conferenza che si tenne nel luglio del 2017 nella località svizzera di Crans-Montana concludendosi però senza il raggiungimento di un accordo.


L’ambasciatore sottolinea che, nonostante gli sforzi profusi dalle autorità di Nicosia per scardinare lo status quo vigente nell’isola, la Turchia ha scelto “di perseguire una politica di tensioni e violazioni nelle acque territoriale e sul territorio cipriota nei pressi del confine tra le due comunità così come a Varosha”. Il riferimento alla riapertura della spiaggia nella città cipriota di Famagosta dopo 46 anni celebrata in pompa magna lo scorso ottobre dal leader turco-cipriota Ersin Tatar e dallo stesso presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Ciononostante Nicosia, ricorda il diplomatico, auspica che tutte le parti coinvolte e in particolare la Turchia si approccino ai prossimi colloqui informali in uno “spirito costitutivo” in modo da sostenere una prospettiva realistica di successo. Un’operazione che dovrebbe vedere l’Unione europea in qualità di partecipante, come successe a Crans-Montana quando l’allora Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione, Federica Mogherini, partecipò al tavolo negoziale. “Noi vogliamo l’Ue come partecipante ma la Turchia non ha voluto. Il segretario generale dell’Onu non si è ancora pronunciato in tal senso e non ha rivolto alcun invito ma speriamo che lo faccia perché è essenziale avere l’Ue, in quanto Cipro è uno Stato membro e dopo che sarà trovata una soluzione noi continueremo ad esserlo”, evidenzia Hadjimichael sottolineando come una soluzione alla questione cipriota deve essere trovata in accordo con il diritto internazionale, la risoluzione dell’Onu e il diritto europeo.

Durante la conversazione, l’ambasciatore ha posto l’accento anche sul sostegno dato dall’Italia e dagli altri partner dell’Ue a Cipro in merito alle violazioni del diritto internazionale da parte della Turchia nella Zona economica esclusiva (Zee) cipriota. “Noi siamo profondamente preoccupati per le provocazioni, le violazioni e l’aggressività della Turchia nel Mediterraneo orientale”, prosegue l’ambasciatore. “La stessa preoccupazione va al resto dei Paesi della regione, in particolare l’Italia che ha un’attiva presenza e interessi strategici nell’area incluso il settore energetico, come quello di Eni che è un partner strategico per Cipro per quanto riguarda la nostra politica energetica”. L’Italia, ricorda Hadjimichael è “uno storico e stretto Paese amico di Cipro con legami storici con cui condividiamo la stessa visione pacifica della regione oltre che un approccio comune sulle sfide da intraprendere”. In questo contesto, l’ambasciatore ha ricordato la recente visita del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, a Cipro che ha ribadito il fermo sostegno dell’Italia a Nicosia per quanto riguarda le tensioni registratesi nel Mediterraneo orientale. “Siamo molto grati ai partener Ue, inclusa l’Italia per il loro supporto e la solidarietà espressa adottando un quadro di misure restrittive contro la Turchia legate alle sue attività illegali nelle acque di Cipro. Crediamo che un più robusto sostegno a livello europeo a sostegno di Cipro potrebbe costituire un maggiore fattore deterrente verso Ankara”. Per questo, ha rimarcato, “vorremmo vedere una reazione più forte da parte dei nostri amici nell’Unione europea” comminando più strette sanzioni “quando necessarie”.

Alla prossima conferenza informale una figura chiave sarà il leader della comunità turco-cipriota, Elsin Tatar, molto vicino ad Erdogan è sostenitore di una linea anti-federalista in netta opposizione a quanto richiesto dalle autorità di Nicosia in linea con le risoluzioni dell’Onu. “L’assunzione della leadership di Tatar della comunità turco-cipriota è stata il risultato diretto di una campagna senza precedenti condotta dalla Turchia e dallo stesso Erdogan che hanno avuto successo imponendo Tatar contro la volontà della genuina comunità turco-cipriota”, dichiara Hadjimichael. “Questo è un elemento che rileva le intenzioni delle Turchia”, rileva l’ambasciatore in quanto il leader turco-cipriota ha imposto una “linea intransigente per una soluzione a due Stati, che non è accettabile per noi in quanto non contemplata dalla risoluzione delle Nazioni Unite”. Secondo il capo missione, infatti, “non possiamo da un giorno all’altro parlare di una soluzione a due Stati” né “potremo mai riconoscere l’invasione e l’occupazione della Turchia e la presenza di uno Stato in un’area occupata”. Motivo per cui in queste circostanze, “sarà davvero una sfida difficile arrivare ad una svolta”, ammette il diplomatico. “Noi conosciamo le difficoltà e nonostante queste cercheremo al massimo di aprire la via per una significativa discussione e raggiungere dei risultati e speriamo che lo stesso spirito guidi l’altra parte”, chiarisce ancora Hadjimichael.

Un altro dossier strategico per la politica estera di Cipro è la cooperazione energetica con i paesi della regione e i piani di sviluppo per l’approvvigionamento delle fonti. Tra i progetti centrali per Nicosia resta quello del gasdotto East-Med, considerato “una priorità per Cipro e anche per i nostri partner della regione”. L’ambasciatore rileva come il progetto sia “una delle opzioni e una delle più importanti da considerare insieme ad altre, come altri gasdotti o usi intensivi di terminal Gnl“. In ogni caso l’accordo per la costruzione del gasdotto East-Med, raggiunto dai governi di Cipro, Israele e Grecia con il supporto dell’Italia, costituisce “una pietra miliare” per fornire una cornice legale e di sicurezza per le compagnie che investiranno nel progetto. L’ambasciatore ricorda come attorno al gasdotto sia stato raccolto l’interesse anche di altri Paesi della regione dei Balcani e dell’Europa orientale, di cui alcuni Stati membri dell’Ue. “L’obiettivo della transizione energetica sottolinea la necessità di una veloce esplorazione delle riserve naturali di gas nel Mediterraneo orientale perché il gas naturale può rappresentare un carburante ponte che faciliterà la lunga transizione per ridurre in maniera significativa l’impronta del carbone”, osserva ancora Hadjimichael che in merito alla cooperazione energetica di Cipro con attori regionali come Egitto e Israele rileva come anche in questo campo la Turchia abbia tentato di “abbassare lo slancio” autoescludendosi da qualsiasi formato di cooperazione multilaterale. “Tutti sono ben accetti purché rispettino il diritto del mare, diritto internazionale e la legalità. Quello che davvero importante è arrivare ad un qualunque possibile riavvicinamento con la Turchia attraverso il diritto internazionale per dare stabilità alla regione”, afferma l’ambasciatore rilevando come la cooperazione in materia energetica con l’Egitto sia basata su un “quadro solido e strategico” che riflette anche “l’eccellente cooperazione” nella “nostra visione comune nella regione del Mediterraneo”. “I recenti sviluppi inclusa la creazione dell’East Mediterranean Gas Forum (Emgf) dimostrano che l’energia può essere un catalizzatore per la cooperazione e le sinergie nella regione in funzione di garantire maggiore stabilità”, chiarisce il diplomatico.

Tra i temi che sono stati al centro del dibattito europeo, quello della certificazione vaccinale resta un nodo da sciogliere nonostante la Commissione europea abbia elaborato la proposta per il certificato verde digitale per facilitare la libera circolazione sicura all’interno dell’Unione europea durante la pandemia di Covid 19. “Noi siamo stati sostenitori di un approccio comune sul certificato anti Covid in Ue dall’inizio. Perché consideriamo importante rimanere coordinati su tutti fronti e dimostrare ai nostri cittadini che l’Ue è al loro fianco affinché venga preservato il fondamentale diritto di muoversi liberamente in tutti gli Stati membri”, spiega Hadjimichael. Il diplomatico ha chiarito come la proposta potrebbe essere uno “strumento chiave” per Cipro al fine di preservare la stagione turistica oltre che potrebbe “essere usato per motivi di salute o per facilitare i viaggi”. In questo contesto il capo della missione diplomatica cipriota a Roma sottolinea come nonostante la proposta possa apparire “prematura” per via della pandemia che ancora colpisce con forza i Paesi dell’Ue, “sia imperativo essere pienamente preparati” perché “altrimenti potrebbe essere troppo tardi per tutti”. “Credo che sia importante a contribuire alla discussione e favorire una veloce adozione ed attuazione del certificato verde”, conclude Hadjimichael.

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