Nonostante le difficoltà legate alla pandemia di coronavirus, i rapporti fra Italia e Paesi Bassi restano forti, grazie alle numerose occasioni di cooperazione in molti ambiti. Lo ha affermato l’ambasciatore olandese a Roma, Désirée Bonis, in un’intervista ad “Agenzia Nova”. Il volume degli scambi commerciali annuali è pari a 30 miliardi di euro, 20 dei quali sono legati alle esportazioni olandesi, in particolare nei settori agricolo, farmaceutico, chimico e dei macchinari, mentre le importazioni dall’Italia, di 10 miliardi di euro, sono principalmente legate ai comparti tradizionali del Made in Italy, come ha ricordato Bonis. Il Piano per la ripresa e la resilienza (Pnrr) apre un’opportunità per investimenti nel digitale, “dove credo che l’Italia possa fare grandi passi avanti” anche nel Sud del Paese, e nell’ambito dell’economia verde. In questo contesto, i fondi europei permetteranno secondo l’ambasciatore di approfondire ulteriormente la cooperazione e gli scambi fra l’Italia e i Paesi Bassi, attirando l’interesse degli imprenditori di entrambe le nazioni. Vi sono settori in cui le aziende italiane hanno già un’esperienza notevole, come nell’energia sostenibile, mentre le controparti olandesi possono offrire consulenza nell’ambito delle infrastrutture ciclabili, ha proseguito Bonis, citando la collaborazione già esistente fra l’ambasciata e il Comune di Roma per sviluppare le piste ciclabili della capitale e delle zone limitrofe.
L’ambasciatore olandese ha poi menzionato la presidenza italiana del G20, esprimendo gratitudine al governo per aver invitato i Paesi Bassi alle riunioni di quest’anno come ospite. Roma e L’Aja hanno deciso di organizzare un evento a latere, dedicato al turismo di massa e alla sua gestione, un tema che riguarda entrambi i Paesi. “Si tratta di un bell’esempio concreto di cooperazione”, ha rilevato Bonis, spiegando come l’evento sia dedicato in particolare alle città di Rotterdam e Napoli, abitualmente “in ombra” rispetto alle capitali. Altri temi di cooperazione fra Italia e Paesi Bassi citati dalla diplomatica olandese sono quelli delle “città circolari”, su cui convogliano discussioni relative all’inquinamento, il ciclo dei rifiuti e il traffico, e l’e-commerce. “Con il coronavirus abbiamo visto un incremento degli ordini online”, e nel settore le imprese olandesi “hanno già una vasta esperienza”. Le iniziative di digitalizzazione in Italia possono aprire nuovi spazi di collaborazione per le imprese dei due Paesi. Citando l’adagio “mai sprecare una buona crisi”, Bonis ha poi menzionato gli scambi già esistenti fra Italia e Paesi Bassi anche sul tema afferente al “healty ageing”, (invecchiare in salute), dove sono stati sviluppati progetti bilaterali che aiutano le persone anziane a mantenersi in forma e in salute, coinvolgendole in attività culturali. Le autorità olandesi e quelle italiane hanno lanciato un’iniziativa che permette a cittadini anziani di recarsi in strutture museali (12 in Italia e 10 nei Paesi Bassi) e scambiare opinioni e conversare, ispirati dall’arte che li circonda. I Paesi Bassi sono poi una fra le nazioni maggiormente all’avanguardia nell’ambito della gestione delle acque: di ritorno da una recente visita a Venezia, al padiglione olandese della Biennale d’architettura ospitato nella città lagunare, Bonis ha potuto prendere visione dei problemi e delle sfide rappresentati dalle maree. Il Mose, secondo l’ambasciatore, sembrerebbe aver risolto un problema “creato dall’uomo”, legato ancora una volta al turismo di massa a causa degli arrivi giornalieri delle navi da crociera: si tratta di un’infrastruttura sviluppata anche sulla base di una visita di esperti italiani ai Delta Works nella provincia olandese di Zelandia.
Per quanto riguarda invece la cooperazione a livello politico, l’Unione europea resta un nodo centrale per il coordinamento fra Italia e Paesi Bassi, che sono partner attivi anche nella Nato. Nel contesto attuale vi sono diverse sfide comuni, ha detto Bonis, citando le questioni relative alla Brexit, ai rapporti con la Russia, la Bielorussia, la Cina, il 5G, lo spionaggio industriale, i Balcani occidentali, la Turchia, il Medio Oriente e le questioni aperte nella regione, la Libia, la Siria e il continente africano. Di fronte a queste complesse dinamiche, “dobbiamo coordinarci in maniera stretta”, ha spiegato l’ambasciatore, “per preparare il nostro punto di vista a Bruxelles”, in seno all’Ue e alla Nato, “così da poter rispondere a tali sfide”. Le ambasciate, quella olandese a Roma e quella italiana a L’Aja, fanno da tramite negli scambi fra i ministeri degli Esteri dei due Paesi, che proseguono costantemente. Fra i governi italiano e olandese esiste poi il formato bilaterale del Van Wittel-Vanvitelli Dialogue, per un ulteriore scambio su temi di interesse comune, senza dimenticare la cooperazione nel campo della cultura e della scienza, della difesa, della sicurezza e delle forze dell’ordine, dove l’esperienza dell’Italia nel contrasto al crimine organizzato è divenuta di grande aiuto anche per i Paesi Bassi e altre nazioni.
Nello specifico, gli olandesi partecipano poi a diversi progetti in tutta Italia, dalle campagne di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali e dell’economia verde come la pre Cop26 a Milano, lo Youth for Climate e Ecomondo a Rimini. A questo si affiancano iniziative di promozione e partecipazione di artisti olandesi al Fuorisalone, la settimana del design di Milano, e ai Graphic Days a Torino, al Napoli Bike Festival, il restauro del cimitero olandese a Livorno e il lancio del programma di cooperazione culturale “(S)punti di vista”. Un evento a cui l’ambasciata spera inoltre di poter partecipare “in presenza” è il Gay Pride di Roma, “a cui prendiamo parte ogni anno”, ma che a causa del Covid-19 potrebbe non tenersi come di consuetudine a giugno. La posizione della comunità Lgbt nel mondo “è ancora piuttosto difficile, e riguarda molte persone nella nostra società”, ha rilevato Bonis. Nei Paesi Bassi esiste “una salda legislazione al momento, con equi diritti, la possibilità di sposarsi, di adottare, di ereditare”, motivo per cui la società olandese “per larga parte” è davvero inclusiva. “Siamo in contatto con il senatore (Alessandro) Zan, sosteniamo il suo lavoro, e credo lo faccia una larga parte della popolazione italiana”, ha proseguito l’ambasciatore.
La pandemia di coronavirus e le gravi conseguenze economiche per tutti i Paesi europei hanno portato lo scorso anno a un divergente punto di vista fra Roma e L’Aja in merito al previsto sostegno finanziario assicurato dall’Ue. Il Consiglio europeo di luglio ha tuttavia avuto come esito un compromesso considerato soddisfacente da entrambe le parti. Come ha sottolineato Bonis, “non è difficile spiegare il punto di vista olandese”. Il governo dei Paesi Bassi risponde agli elettori, che “vogliono vedere dove finiscono i propri soldi”: con la crisi del Covid-19 e emersa la proposta di un Fondo europeo “da centinaia di miliardi di euro, garantito da ogni membro Ue”, ha ricordato l’ambasciatore. In questo contesto, ha proseguito, “è comprensibile lo scetticismo”, di fronte alla prospettiva di una mancata garanzia da parte degli altri Paesi sull’effettiva copertura dei fondi stanziati. “Queste sono state le domande poste nei negoziati”, ha spiegato Bonis, aggiungendo al contempo che l’Italia lo scorso anno “ha spiegato chiaramente che avrebbe portato a termine delle riforme nel settore della pubblica amministrazione, della giustizia, del mercato del lavoro e del fisco”. “Come membri fondatori dell’Ue, vogliamo aiutare l’Italia” a portare avanti queste ambiziose misure, ha rilevato l’ambasciatore. L’Italia rappresentava “un caso a sé stante” nel contesto europeo, perché già prima della crisi pandemica presentava “dati economici preoccupanti, come il deficit crescente, il debito e la solvibilità”. Il coronavirus ha colpito l’Italia molto duramente “e tutti volevano aiutare” il Paese, ha detto Bonis, felicitandosi di come i problemi siano stati affrontati rapidamente “e ora sia pronto il piano per le riforme”. Per quanto riguarda i Paesi Bassi, invece, il programma nazionale di ripresa e resilienza non è stato ancora approvato per via del cambio dell’esecutivo e la conseguente fase di negoziati per la formazione del nuovo governo. In generale, anche l’economia olandese ha subito un duro contraccolpo dalla crisi pandemica, con un calo del prodotto interno lordo del 3,8 per cento nel 2020. “Per quest’anno ci aspettiamo un incremento del Pil superiore al 2 per cento, tornando al livello di produzione precedente alla pandemia”, ha rilevato Bonis.
L’ambasciatore ha poi dedicato l’attenzione al tema della fiscalità, partendo dalla proposta del presidente statunitense Joe Biden di fissare un’imposta minima globale del 21 per cento. “Siamo molto interessati a questa proposta. I Paesi Bassi vogliono un sistema fiscale multilaterale coordinato, ed è per questo che cooperiamo in seno all’Ocse”, ha spiegato Bonis. La questione della tassazione è molto importante per le autorità olandesi, che guardano con grande attenzione al dibattito in materia. “Ciò che abbiamo visto negli ultimi anni è il fenomeno del Base erosion and profit shifting (Beps)“, il termine coniato dall’Ocse per indicare la strategia delle multinazionali per spostare i profitti da giurisdizioni a tassazione più elevata ad altre a tassazione inferiore, “erodendo” così la base imponibile delle prime. “Tutto questo deve essere armonizzato, e i Paesi Bassi vogliono sicuramente partecipare” a tale processo nel contesto dell’Ocse, ha aggiunto l’ambasciatore, ricordando le leggi in materia che il governo olandese ha pianificato per i prossimi anni. Esiste una “competizione fra varie nazioni” in materia fiscale e “questa corsa al ribasso deve diventare qualcosa del passato”, ha concluso Bonis.
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