Il Forum internazionale di Astana (Aif), appena terminato nella capitale del Kazakhstan, conferma la strategia di posizionamento internazionale che il Paese centrasiatico sta portando avanti con una “chiara volontà di dialogo”. Ne è convinto Marco Alberti, ambasciatore d’Italia in Kazakhstan, che a commento dell’evento da poco concluso sottolinea ad “Agenzia Nova” come l’Aif non sia la prima iniziativa di respiro globale assunta da Astana – città nella quale lo scorso settembre è stato in visita anche papa Francesco, in occasione del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali – ma un ulteriore passo nella strategia di sviluppo internazionale delineata dal presidente Kassym-Jomart Tokayev in senso “multivettoriale”. “Il Forum è stato un’ulteriore occasione per posizionare il Kazakhstan quale epicentro geopolitico e geoeconomico in Asia centrale, regione sempre più strategica”, osserva l’ambasciatore, che giudica “molto positiva e utile” l’idea del Forum. Una volontà di dialogo e cooperazione espressa dal presidente Tokayev in modo chiaro con “la forte enfasi posta sul multilateralismo nel discorso di apertura, ma anche nel programma dell’evento e nella partecipazione degli ospiti”, prosegue Alberti, sottolineando come le Nazioni Unite fossero “unico partner strategico”, e come ad Astana fossero presenti i vertici di importanti organizzazioni multilaterali: dal Fondo monetario internazionale (Fmi) alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers), dall’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) all’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), dall’Unesco alla Banca mondiale, oltre a un commissario europeo. Una scelta che per Alberti conferma la politica estera del presidente, inserita nel progetto di costruzione di un “nuovo Kazakhstan”.
Per Alberti, oltre al multilateralismo come riferimento ineludibile delle relazioni internazionali contemporanee, della due-giorni di Astana resterà in particolare “l’enfasi fortissima sulla transizione ecologica, emersa come una delle sfide più urgenti, interconnesse e cruciali per lo sviluppo umano”. Grande interesse per le energie rinnovabili. A tal proposito, fra i numerosi accordi sottoscritti a margine del Forum, spiccano il contratto di acquisto di energia elettrica (Ppa, Power Purchase Agreement) di Total finalizzato alla realizzazione di un impianto eolico a Zhambyl, e quello, molto innovativo, fra Eni e KazMunayGas per la realizzazione di una centrale ibrida gas-rinnovabili nella Regione del Mangystau, la prima di questo tipo nel Paese. “Eni è in Kazakhstan fin dall’indipendenza del Paese e, con questo nuovo accordo, conferma il proprio desiderio di accompagnare la transizione ecologica delineata dal governo, verso la neutralità carbonica al 2060”, spiega Alberti. Eni, tramite la sua controllata Arm Wind, opera già nel settore delle rinnovabili in Kazakhstan con un impianto eolico ad Aktobe, mentre un altro impianto, solare, è in corso di realizzazione vicino a Turkistan, nel sud del Paese.
Il Forum internazionale di Astana si inserisce nel quadro di un articolato processo di riforme interne avviate nel 2022 dal presidente Tokayev. “Le riforme aprono un capitolo nuovo nella storia del Paese, un cammino lungo e difficile, e – come sempre accade nei processi di riforma – dai risultati non sempre scontati. Ma la rotta è tracciata, e la comunità internazionale, inclusa l’Italia, sta guardando con interesse e desiderio di collaborazione il processo in atto. L’ampia partecipazione al Forum di questi giorni è un esempio della volontà di dialogo con Astana”, spiega l’ambasciatore.
In questo quadro l’Italia “rimane un Paese importantissimo”, fra i principali investitori del Kazakhstan e primo acquirente di merci kazakhe, con un interscambio cresciuto del 55 per cento nel solo 2022. “Ci siamo, e credo che esistano opportunità per accrescere la nostra presenza. A livello economico, ma non solo. I rapporti culturali, ad esempio, costituiscono un’ulteriore leva e, da questo punto di vista, il nuovo Istituto di cultura ad Almaty rafforzerà il nostro posizionamento nel Paese e nella Regione”. Quanto al Corridoio di mezzo, il progetto di diversificazione della connettività Est-Ovest, si tratta di “un progetto a carattere altamente strategico, specialmente alla luce delle attuali circostanze geopolitiche. Siamo in fase iniziale, occorrerà monitorare tempi e modi di sviluppo, ma potrebbero esserci interessanti opportunità anche per le nostre imprese. L’ambasciata le aiuterà a monitorare gli spazi di inserimento”, conclude Alberti.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram