La Strategia per la sicurezza nazionale della Germania, in elaborazione da mesi da parte del governo federale, è giunta all’esame dei ministeri competenti. È quanto riferisce il quotidiano “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, sottolineando il ritardo nella pubblicazione del documento dovuto ai contrasti all’interno dell’esecutivo tedesco, in particolare tra il cancelliere Olaf Scholz e la ministra degli Esteri, Annalena Baerbock. Nel patto su cui si fonda la coalizione di governo formata da Partito socialdemocratico tedesco (Spd), Verdi e Partito liberaldemocratico (Fdp), le tre forze politiche si erano impegnate a presentare la Strategia per la sicurezza nazionale, la prima nella storia della Germania, in un anno dall’entrata in carica dell’esecutivo, avvenuta l’8 dicembre 2021. Tuttavia, come nota la “Frankfurter Allgemeine Zeitung, “molto più importanti” delle tempistiche sono i contenuti del documento. La strategia non dovrebbe descrivere le conseguenze per la sicurezza della Germania del quadro geopolitico globale. Si guarda alla Russia, “la più grande minaccia alla sicurezza nazionale nel prossimo futuro”, alla Cina, già descritta nell’accordo di coalizione come “partner, concorrente e rivale di sistema”, e agli Stati Uniti, “al di fuori dell’Europa il più stretto alleato” della Germania. In parallelo, il governo federale sta redigendo la strategia per la Cina, che dovrebbe essere pubblicata dopo quella per la sicurezza nazionale. In questo caso, l’obiettivo è rafforzare “la resilienza” della Germania limitandone le dipendenze dalla Cina.
Da quanto trapelato finora, la Strategia per la sicurezza nazionale non dovrebbe riguardare solo la dimensione militare, ma anche l’approvvigionamento di energia e generi alimentari, la protezione civile, il controllo dei disastri e le infrastrutture critiche. A causa dei contrasti tra Scholz e Baerbock, il governo federale avrebbe rinunciato a istituire il Consiglio di sicurezza nazionale. Mentre la Cancelleria puntava a porre tale organo alle proprie dirette dipendenze, per il ministero degli Esteri l’istituzione avrebbe dovuto essere indipendente. L’obiettivo era limitare la crescente influenza della Cancelleria nella determinazione e conduzione della politica estera della Germania. Inoltre, Scholz e Baerbock non sono riusciti a trovare un accordo sulla composizione e il vertice del Consiglio di sicurezza nazionale. Pertanto, l’intero progetto è stato accantonato.
Gli Esteri non intendevano cedere ulteriori poteri alla Cancelleria che, a sua volta, era contraria a subordinare al dicastero un organo esecutivo. Scholz e Baerbock sono stati poi divisi dall’ inserimento nella Strategia per la sicurezza nazionale dell’aumento delle spese per la difesa al 2 per cento del Pil, come previsto dall’obiettivo stabilito dalla Nato nel 2014 con scadenza nel 2024. Tale incremento è parte del documento, ma non vi è il collegamento con la parallela crescita degli stanziamenti per gli Esteri e la cooperazione allo sviluppo richiesto da Baerbock. Deputato della Spd al Bundestag, Ralf Stegner non si rammarica dell’assenza del Consiglio di sicurezza nazionale. “Non siamo l’America”, ha affermato l’esponente dei socialdemocratici. A sua volta, nel corso di un’intervista che ha rilasciato al quotidiano “Handelsblatt”, Scholz ha dichiarato: “La necessità di un Consiglio di sicurezza nazionale in un Paese che, a differenza degli Stati Uniti, non ha un sistema presidenziale può ovviamente essere ampiamente discussa – come sapete, sono scettico”.
Leggi anche altre notizie su Nova News
Seguici sui canali social di Nova News su Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram, Telegram