In Regione Lazio è scontro sull’ipotesi di creare una festa regionale dei figli e un premio di 50 mila euro per i giovani meritevoli. La proposta di legge regionale è stata presentata ieri in commissione Affari costituzionali del Consiglio regionale, presieduta da Flavio Cera di Fratelli d’Italia. L’iniziativa è a prima firma del consigliere della Lega Orlando Tripodi, che ha spiegato come questo provvedimento preveda anche l’istituzione di un premio con uno stanziamento di 50 mila euro per i ragazzi meritevoli. “Non è affatto un residuo nostalgico o una festa ideologica, la mia proposta di legge coinvolge tutti i cittadini residenti del Lazio, senza distinzioni, esalta e esorta i giovani verso modelli positivi”, ha spiegato Tripodi. L’obiettivo, ha aggiunto, “è festeggiare i figli e premiare quelli che si sono contraddistinti in ambito sociale, sportivo, assistenziale, economico, sanitario oppure legato alla sicurezza. I giovani sono il nostro futuro, la nostra forza, non possiamo parlarne sempre e solo in senso negativo. Voglio invertire questa tendenza. Chi stabilirà il destinatario del premio sarà una apposita commissione. La proposta di legge prevede il finanziamento di 50 mila euro per borse di studio e voucher per iscriversi a corsi professionali”, ha detto il consigliere della Lega.
La proposta, tuttavia, è stata bocciata da diversi esponenti dell’opposizione, in particolare del Partito democratico. Secondo la consigliera del Pd Eleonora Mattia, infatti, si tratterebbe di una proposta di legge “discriminatoria”. “Oltre a non condividere la parte introduttiva della proposta di legge, che si ispira ad una visione tradizionalista e conservatrice della famiglia ma che il proponente si è impegnato a stralciare – ha spiegato la consigliera – trovo rischiosa l’idea di istituire un premio per i figli che si siano distinti per ‘azioni particolarmente meritorie’ in diversi ambiti. Quando festeggiamo le mamme, i papà o le nonne e i nonni, in occasione delle apposite feste, lo facciamo in maniera incondizionata e non perché hanno ottenuto un particolare risultato. Una competizione che sarebbe bene lasciare fuori dall’ambito famigliare e affettivo, dove potrebbero esserci anche fratelli o sorelle con fragilità o addirittura disabilità. Come potrebbero sentirsi nel paragone con il fratello o la sorella premiati come figlio o figlia più valente? Rischiamo di innescare una discriminazione dolorosa su ragazze e ragazzi già fortemente bombardati da una società che li mette in continua ansia da prestazione”, ha concluso Mattia.
Non si è fatta attendere la replica del primo firmatario della proposta: “A stupirmi non è la sua opposizione a prescindere, a cui ci ha abituati da quando è all’opposizione, piuttosto trovo pretestuoso il paventato pericolo che premiare ragazzi e ragazze che potrebbero avere fratelli o sorelle fragili o disabili sarebbe discriminante per quest’ultimi. Se dovessimo ragionare così per lo stesso motivo non si potrebbe premiare un atleta, uno studente o qualunque giovane meritevole”, ha concluso Tripodi.
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