L’Ufficio federale di polizia criminale (Bka) “deve poter fermare gli hacker” al servizio del presidente russo, Vladimir Putin. È quanto affermato dalla ministra dell’interno tedesca, Nancy Faeser, che in questo modo ha invocato più poteri per il Bka nel contrasto alla guerra cibernetica della Russia. Faeser si è espressa durante un’intervista con l’emittente televisiva “Zdf”, rilasciata a seguito della pubblicazione dei “Vulkan files”. Si tratta dei documenti interni di un’azienda di software di Mosca, la Vulkan, che svelerebbero i piani del Cremlino per attacchi informatici su scala globale contro le infrastrutture civili. Il materiale è stato consegnato da una fonte anonima ai media di diversi Paesi, tra cui “Zdf” che ha chiesto a Faeser se ritenga possibili delle controffensive cibernetiche (“hackback”) da parte della Germania. L’esponente del governo federale ha risposto: “Non si tratta di contrattacchi aggressivi, ma ovviamente il punto è che abbiamo il potere di rilevare e fermare gli attacchi. Abbiamo bisogno di questi poteri, tuttavia, e li vedo meglio nelle mani del Bka”.
La possibilità che gli hacker statali tedeschi possano colpire aggressori stranieri è da anni oggetto di dibattito in Germania. L’accordo su cui si fonda la coalizione di governo tra Partito socialdemocratico tedesco (Spd), Verdi e Partito liberaldemocratico (Fdp) respinge “gli hackback come mezzo di difesa informatica”. Intanto, gli attacchi cibernetici da parte della Russia sono aumentati dall’inizio della guerra in Ucraina, come confermato da Faeser. La ministra dell’Interno tedesca si è poi detta a favore di sanzioni contro le società straniere che sostengono gli hacker russi. Allo stesso tempo, Faeser ha messo in guardia le imprese dei Paesi occidentali, suggerendo loro di controllare scrupolosamente il personale che assumono, in particolare nei reparti per l’informatica, al fine di evitare che si tratti di agenti russi.
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