La Lombardia cartina di tornasole della saldezza della maggioranza

Il punto del direttore Riccardo Bormioli

Lombardia regionali salvini

A cinque giorni dalle elezioni nel Lazio e in Lombardia tra le fila della maggioranza di governo serpeggia qualche preoccupazione. Non tanto sul risultato finale, Rocca e Fontana mantengono tra i competitor, almeno secondo gli ultimi sondaggi, un distacco che non mette in discussione la loro vittoria, quanto piuttosto per il consenso che le rilevazioni demoscopiche attribuiscono ai singoli partiti della coalizione del centrodestra. A preoccupare è la sensazione che Fratelli d’Italia, in particolare proprio in Lombardia, possa, come già alle politiche del 25 settembre scorso, fare il pieno dei voti. Una delle ultime rilevazioni demoscopiche ipotizza addirittura che il partito di Giorgia Meloni possa raccogliere tre volte la somma dei consensi di Lega e Forza Italia. Uno scenario da incubo per Matteo Salvini.

Uno quadro che potrebbe avere contraccolpi non solo sugli assetti di via Bellerio ma anche sul governo. Tra i dirigenti della Lega la dead-line è il dieci per cento: sotto quella soglia sarebbe una catastrofe e il segno che Fratelli d’Italia, valutato oltre il 32 per cento cresce a discapito proprio del Carroccio. E forse, sostiene qualche dirigente di via Bellerio nemmeno l’Autonomia differenziata che il governo ha approvato e il cui decreto di riforma costituzionale verrà discusso in parlamento, potrà arginare il calo dei consensi. Tra l’altro la sensazione che si avverte è che l’Autonomia non sia più un tema così sentito nell’elettorato leghista, almeno in Lombardia. Colpa forse del disastro della sanità lombarda dopo l’esplosione della pandemia. Semmai il tema autonomia viene avvertito fondamentale in Veneto.

Se i sondaggi verranno confermati dal risultato elettorale per il governo e la coalizione di centrodestra rischiano di aprirsi nuovi scenari di tensione e di polemiche. Ne è consapevole prima di tutto Giorgia Meloni che si è spesa molto per il candidato leghista Attilio Fontana e che chiuderà la campagna elettorale proprio a Milano. Insomma in Lombardia non si gioca solo il destino di Matteo Salvini ma anche la compattezza di un governo che dopo i primi tre mesi si è retto soprattutto sul decisionismo della premier.

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