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La Libia chiede di riavviare i voli diretti con l’Italia e l’Europa

La proposta libica fa leva sulla constatazione di condizioni di sicurezza migliori nel Paese

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La Libia vuole riavviare voli diretti con l’Italia e con l’Europa. Una richiesta in tal senso è stata avanzata dal capo dell’Autorità libica per l’aviazione civile (Lycaa), Mohamed Shlebik, durante un incontro con l’ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino, alla presenza del competente sottosegretario ai Trasporti del Governo di unità nazionale (Gun) e di alti funzionari dell’aviazione civile. La stessa Autorità libica ha riferito in un comunicato stampa di aver fornito all’ambasciatore una “presentazione visiva” sull’adeguamento delle infrastrutture aeroportuali e di controllo traffico aereo libico, focalizzate su tutte le dimensioni di sicurezza.

La proposta libica, riferisce il sito web d’informazione “Al Saa 24”, fa leva sulla constatazione delle migliorate condizioni securitarie nel Paese, in particolare con riferimento al traffico aereo e ai principali aeroporti del Paese. Al riguardo, è opportuno ricordare che la nuova compagnia maltese – con finanziamenti libici – MedSky ha iniziato alcuni mesi fa ad operare voli diretti tra Malta e Mitiga, ex aeroporto militare, in seguito ad un accordo diretto tra Libia e Malta. Lo scalo aereo di Mitiga – controllato dalla milizia Rada – è attualmente l’unico attivo nella capitale libica. Tuttavia, secondo quanto appreso da “Agenzia Nova” da fonti libiche, le autorità nordafricane vorrebbero utilizzare l’aeroporto internazionale a sud di Tripoli, in fase di ricostruzione da parte del consorzio italiano “Aeneas”, per la gran parte del traffico internazionale (circa il 70 per cento di quello sulla capitale) dedicando a Mitiga a voli a breve percorrenza, alle delegazioni estere, ai voli di Stato, nonché ai voli charter verso gli aeroporti privati che servono i principali siti estrattivi di idrocarburi.

Il progetto dell’Autorità libica per l’aviazione civile punta a soddisfare i requisiti internazionali dell’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (Icae) e dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa). Il nuovo piano dell’aviazione civile libica, avviato con l’aiuto vari partner internazionali, inclusa la stessa Icao, dovrebbe essere completato entro l’ottobre del 2023. Nel frattempo, spiega la nota della Lycaa, un team tecnico dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) dovrebbe recarsi in Libia “nel giro di un mese”, certamente dopo il Ramadan, per una verifica delle condizioni dei principali aeroporti del Paese (Tripoli, Misurata e Bengasi). Il tema della riapertura dei voli diretti Libia-Italia costituisce un interesse comune prioritario, già affrontato nell’incontro tra il primo ministro del Governo di unità nazionale (Gun), Abdulhamid Dabaiba, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Tripoli. Vi sono, tuttavia, diverse difficoltà alla realizzazione di collegamenti diretti tra Italia e Libia.

Il primo ostacolo è il Notam (avviso agli aviatori) italiana del 2018, che impedisce sorvoli dello spazio aereo libico e voli diretti tra Italia e Libia per motivi di sicurezza, deciso dal ministero dell’Interno e applicato da Enac in maniera paragonabile ad altri Paesi europei e occidentali. Non è escluso che la delegazione dell’aviazione civile italiana possa per procedere, con opportuno dialogo con la controparte libica, a un completamento del piano sicurezza che possa permettere il ritiro del Notam. A questa problematica si aggiunge anche il divieto europeo di atterraggio e sorvolo alle compagnie aeree libiche per motivi di sicurezza, imposto nel 2014 e ribadito nel gennaio 2022 dalle autorità europee. Eppure, da un punto di vista economico, la rotta Italia-Libia potrebbe rivelarsi molto redditizia, considerata l’alta richiesta di voli diretti verso l’Europa che per ora transitano via Tunisi, Istanbul e da ultimo Malta.

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