Due navi della Guardia costiera cinese hanno varcato le acque territoriali del Giappone al largo delle isole Senkaku, l’atollo del Mar Cinese Orientale controllato dal Giappone e rivendicato dalla Cina. Tokyo ha reagito all’intrusione veicolando una protesta formale tramite i canali diplomatici ufficiali. Le due navi cinesi hanno incrociato al largo delle isole contese alle ore 4.15 di oggi, ad un solo giorno di distanza da una manovra analoga effettuata da altri due vascelli cinesi. Secondo i resoconti della Guardia costiera giapponese, le due navi cinesi hanno puntato la prua contro un peschereccio giapponese, tentando di intercettarlo.
Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avuto un nuovo colloquio telefonico con l’omologo giapponese Toshimitsu Motegi lo scorso 10 febbraio. Lo riferiscono tramite note ufficiali il dipartimento di Stato e il ministero degli Esteri giapponese, secondo cui Blinken ha “espresso preoccupazione per la crescente aggressività cinese attorno alle isole Senkaku a seguito del varo della nuova Legge sulla Guardia costiera della Cina”.
Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Prince, ha dichiarato che Blinken “ha riaffermato che le Senkaku rientrano nell’ambito dell’Articolo V del Trattato di sicurezza Usa-Giappone”, riferendosi alla sezione del trattato che impegna i due Paesi a difendersi l’un l’altro in caso di aggressione. Secondo una nota del ministero degli Esteri giapponese, Blinken e Motegi hanno anche discusso il recente golpe militare a Myanmar.