La Germania ha raccolto le prove dei crimini di guerra commessi in Ucraina. E’ quanto ha dichiarato il procuratore generale tedesco, Peter Frank, intervistato dal quotidiano “Welt am Sonntag”. Pur precisando che non sono in corso indagini su individui specifici, in risposta alla domanda su chi dovrebbe essere perseguito penalmente, Frank ha indicato i vertici politici e militari russi.
“Ci stiamo preparando a un possibile giudizio in tribunale, che sia solo in Germania, o con i nostri partner davanti a una corte internazionale”, ha aggiunto il procuratore generale. La Germania ha iniziato a raccogliere prove sin da marzo 2022. Tra di esse rientrano anche le testimonianze dei profughi che sono scappati dal territorio ucraino dopo l’inizio della guerra il 24 febbraio 2022. “Al momento ci stiamo concentrando sugli assassinii di massa a Bucha e sugli attacchi alle infrastrutture civili”, ha spiegato Frank, per il quale Berlino ha raccolto prove nell’ordine di “tre cifre”.
Kiev chiede da tempo l’istituzione di un tribunale speciale sui crimini commessi durante l’invasione russa del Paese. Sebbene la Corte penale internazionale stia compiendo indagini per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, l’organo presenta limiti di giurisdizione per quanto riguarda la perseguibilità del crimine di aggressione.
La Germania al momento non ha prove che la Russia sia responsabile del sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2. “Al momento non possiamo provarlo. Le indagini sono ancora in corso”, ha affermato. A fine settembre 2022 sono state scoperte quattro perdite dai due gasdotti dopo che sono avvenute esplosioni nei pressi dell’isola di Bornholm, parte del territorio della Danimarca. Il sito in cui sono avvenute le esplosioni si trova però nella zona economica esclusiva di Danimarca e Svezia, in acque internazionali. Le autorità di Stoccolma hanno determinato già a novembre che si trattasse di un episodio di sabotaggio ma non hanno indicato un responsabile. Frank ha spiegato che Berlino è “in contatto” con gli investigatori svedesi, sebbene i due Paesi stiano conducendo inchieste separate sul caso.
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